28.2.22

ITALIA IN GUERRA PER DECRETO!

 


di Gianni Lannes

Una sola testata nucleare potrebbe uccidere centinaia di migliaia di persone proprio in Italia, dove in violazione della Costituzione repubblicana e del Trattato di non proliferazione (TNP), gli Stati Uniti d'America, albergano illegalmente un gigantesco arsenale nucleare (bombe b61, modello 12) che rende il nostro Paese, un obiettivo sensibile a rischio di disintegrazione.

Mentre nei salotti televisivi covidioti avanza la disinformazione pilotata sul vento della solita propaganda di regime bellico, grazie a Draghi, l'Italia (priva di sovranita' e indipendenza) entra in quella che potrebbe essere la terza guerra mondiale, mediante decreto legge. Nel frattempo, sempre il belpaese, zerbino del complesso militar-industriale-farmacologico targato United States of America, in palese violazione delle proprie leggi, trasferisce armi e militari in Ucraina.

Il presidente russo Vladimir Putin ha ordinato alle forze russe di deterrenza nucleare di mettersi in allerta. Secondo Putin la NATO ha fatto “dichiarazioni aggressive” mentre imponeva pesanti sanzioni finanziarie contro il suo Paese, e contro la sua stessa persona.

Quello dello “zar” (gia' agente di punta del KGB) non è solo un semplice avvertimento. E’ già un’azione concreta, che fa tremare il mondo, minacciandolo di schierare armi nucleari per respingere qualsiasi tentativo di intervento a stelle e strisce.

La risposta dell’Unione europea non si è fatta attendere, ed è arrivata più forte che mai. La presidente della Commissione Ue, la faccendiera per conto terzi, tale Ursula von der Leyen ha annunciato un cambio di rotta senza precedenti nella storia dell’Ue che smaschera la stessa Ue, per cio' che realmente e', ovvero, un'impunita (per ora) associazione a delinquere su scala internazionale. Infatti, l’Unione europea finanzierà l’acquisto e la consegna di armi e altre attrezzature all’Ucraina.

Dalla fine della Seconda guerra mondiale, dopo che il presidente degli Stati Uniti Harry Truman sganciò le bombe sul Giappone a Hiroshima e Nagasaki, provocando la morte di 200mila persone, nessun Paese ha mai più usato armi nucleari contro inermi civili. Le armi nucleari sono le armi più pericolose sulla terra. Sono in grado di distruggere un’intera città, potenzialmente uccidendo milioni di persone e mettendo a repentaglio l’ambiente naturale e la vita delle generazioni future attraverso i suoi effetti catastrofici a lungo termine.

Ma quante armi nucleari possiede la Russia? Insieme, Russia e Stati Uniti detengono il 90 per cento delle testate nucleari di tutto il mondo. Ma Mosca ne ha di più. Sui numeri ci sono dati contrastanti, ma la Russia ha la più grande scorta di armi nucleari al mondo. Sebbene il numero esatto di testate nucleari sia un segreto di stato, si ritiene che possieda più della metà delle 14mila armi nucleari sparse per il mondo. Infatti, secondo la Federation of American Scientists, Mosca possiede nel suo arsenale circa 5.977 testate nucleari, che possono essere lanciate da missili, sottomarini e aerei. Secondo il bollettino degli scienziati atomici rilasciato alcuni giorni fa, il numero delle testate a oggi sarebbe sceso a 4.447, 1.588 delle quali schierate su missili balistici e alla base di bombardieri pesanti, circa 977 testate sarebbero strategiche e le altre 1.912 non strategiche di riserva. Secondo infine i dati 2022 pubblicati dal SIPRI, sarebbero 6225, mentre gli Usa ne possederebbero “solo” 5550. Per fare un confronto, seguono Cina (350), Francia (290), Regno Unito (215, Pakistan (165), India (156), Israele (90) e Corea del Nord (40).

La Russia ha armi nucleari di ogni tipo. Ha diversi mezzi per usarle, con missili da crociera, missili balistici a corto, medio, lungo raggio e così via. Di fatto, significa che sarebbe assolutamente in grado scatenare una guerra nucleare e mondiale. Putin ha detto che la Russia “rimane uno degli Stati nucleari più potenti”. Lo “zar” ha anche specificato che “ha un certo vantaggio in diverse armi all’avanguardia. In questo contesto, nessuno dovrebbe dubitare che qualsiasi potenziale aggressore dovrà affrontare la sconfitta e le conseguenze infauste se dovesse attaccare direttamente il nostro Paese”. E l’Ucraina invece? Quante armi nucleari ha? L’Ucraina è uno stato libero dalle armi, ma non ha firmato il Trattato sulla proibizione delle armi nucleari. Aveva ereditato le testate dopo lo scioglimento dell’Unione Sovietica, ma le armi sono state successivamente trasferite alla Russia. Kiev è stata convinta a rinunciare alle sue 1.900 testate nucleari strategiche dopo il Memorandum di Budapest del 1994, in cui Stati Uniti, Russia e Gran Bretagna affermavano che si sarebbero astenuti dall’attaccarla. In pratica, quindi, oggi tecnicamente ha armi nucleari, ma sono sotto il controllo russo. Dopo l’annessione della Crimea nel 2014, la Federazione Russa ha schierato armi nucleari nella penisola (nonostante l’annessione, la Crimea è ancora internazionalmente riconosciuta come territorio ucraino).

All’inizio di questa settimana Putin ha chiesto la “smilitarizzazione” dell’Ucraina. “Anche la comparsa di armi nucleari tattiche in Ucraina per noi significa una minaccia strategica” aveva detto.

Guardando al nostro Paese, invece, attualmente – secondo quanto spiegato a Repubblica da Paolo Cotta-Ramusino, scienziato dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare – ci sono “una cinquantina” di testate a Ghedi, in provincia di Brescia, che possono usare sistemi di lancio italiani. Anche ad Aviano, in provincia di Pordenone e a Sigonella in provincia di Catania, i cosiddetti padroni nordamericani detengono ordigni atomici.

L’Italia ripudia la guerra, come previsto dall’articolo 11 della Costituzione, ma questo non significa che non possa prenderne parte. La nostra Carta non accetta che il conflitto possa essere “uno strumento di offesa alla libertà degli altri popoli” o usato “come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”. Qual è l’eccezione? La Costituzione accetta lo scenario della guerra quando, “in condizioni di parità con gli altri Stati”, serva a “limitazioni di sovranità necessarie a un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni”. Ed è sostanzialmente ciò che ha portato l’Italia a entrare - nel 1949 - nella cosiddetta “Allenza atlantica” (che pero' ha allargato il suo raggio d'azione calpestando le sue stesse regole). Ovviamente, l’Italia può essere costretta a entrare in guerra soltanto nel caso in cui venga attaccata.

Quale civilta' umana imperversa se nel 2022 dilaga ancora l'odio alimentato dalla paura iniettata dal raglio delirante di autorita' avariate, istituzioni deteriorate ed esperti prezzolati? Per dirla con Draghi: “prevaricazioni e soprusi non devono essere tollerati”. Esatto: ben detto. Ne consegue che tutto il cucuzzaro sgovernativo tricolore deve essere licenziato e processato quantomeno per alto tradimento.


Riferimenti:

Gianni Lannes, ITALIA USA E GETTA, Arianna editrice, Bologna, 2014.

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=b61

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=nato

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