20.11.20

PASSIVI!

 



 di Gianni Lannes

«Ogni governo che controlli l’educazione per una generazione sarà in grado di controllare i suoi sudditi senza il bisogno di armi o di poliziotti»: parola di Bertrand Russell. Scuola a perdere? La stragrande maggioranza di loro tace. Ho trascorso anni, da quando sono diventato padre (e prima studente dal liceo all'università), ad analizzare l'incredibile popolazione degli insegnanti. Prima, quelli dell'asilo, tutti sdolcinature e lavoretti, poi quelli delle elementari, tutti falsamente materni, poi quelli delle medie, in alcuni casi già sul sentiero aziendale della crisi di nervi.

Il popolo degli insegnanti non esiste più? Mia moglie Ros, scomparsa prematuramente dalla dimensione terrena a causa di un cancro cerebrale, era una pedagogista, un insegnante di Lettere (Storia e Geografia) che adorava la sua professione, una di quelle che sono in grado di insegnarti qualsiasi materia, perché infondeva l’entusiasmo in ciò che faceva, ed aveva il piacere di trascorrere il suo tempo prodigioso con i ragazzi, soprattutto con quelli svantaggiati. Lei comprendeva quanta ricchezza si nasconda dietro quelle montagne di capelli, i brufoli adolescenziali e l’abbigliamento così spesso inelegante, provocatorio ma originale, che nasconde un desiderio di identità. Chi ha conosciuto mia moglie e chi l'ha avuta come professoressa alle superiori si ricorda ancora la sua capacità di rendere semplici concetti complessi, il prodigio che aveva di trasmettere empatia ai suoi allievi.

Oggi mi chiedo: Lei come si sarebbe comportata nella situazione attuale, dove i ragazzi subiscono passivamente costrizioni inutili, dannose e anche ridicole? Come avrebbe agito il suo spirito anticonformista nel vedere i colleghi così proni alla nascita di questa dittatura che mette le scuole al pari dei nosocomi manicomiali, o peggio dei reclusori comportamentali? Eppure, bambini e ragazzi non sono untori.

Ovviamente, non posso ottenere una risposta, perché purtroppo Ros non è più qui, ma so che si sarebbe ribellata a questa follia coercitiva e dilagante.

Ma come fanno tanti Prof, che dovrebbero destare curiosità, provocare meraviglia e magari insegnare a tirare fuori il meglio dai nostri ragazzi (i talenti) e collaborare alla loro educazione, addirittura a sottostare a regolamenti che impongono il distanziamento, l’imbavagliamento e la sanificazione corporea? Allora, la lezione epocale di don Milani e Calamandrei non è servita a niente?

Come fanno tali individui in cattedra con le rotelle, a diventare disumani e preda delle loro ipocondrie perdendo ogni connessione con ciò che, fino a ieri, era il mondo dell’insegnamento in cui, invece di trasmettere la paura, dovevano insegnare ai ragazzi a prendere il volo? Invece, spesso trasmettono rassegnazione, subordinazione all'autorità, cieca obbedienza, ammaestramento e miope conformismo.

Il sistema di dominio li vuole analfabeti funzionali: pigri e svogliati, insomma passivi. Vegetare sul divano divorando cibo spazzatura porta all'annichilimento di una giovane generazione. La paura è la base del potere.

Verso la fine dell'umanità? Per Gandhi, la disobbedienza civile rappresentava la forma culminante di resistenza non-violenta; egli la definì “un diritto inviolabile di ogni cittadino”, e affermò che “rinunciare a questo diritto significa cessare di essere uomini”.

Per dirla con Albert Einstein: "Non insegno mai nulla ai miei allevi. Cerco solo di metterli in condizione di poter imparare".

Ora corre il tempo del coraggio dell’azione del cuore, e il tempo di scrivere la storia per poterla studiare più volentieri. La scuola non è il virus.


Riferimenti:

Gianni Lannes, IL GRANDE FRATELLO, Draco edizioni, Modena, 2012.

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=ros

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=pedagogia

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=russell

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/2020/11/unaltra-rotta.html