17.4.20

IL BURATTINO DEI POTERI FORTI?




di Gianni Lannes


Telecomandato dall'estero? Eterodiretto dai marziani delle multinazionali? Più banalmente è uno che il 10 marzo 2020 ha tolto la libertà, a più o meno 60 milioni di italiani e arrestato l'Italia. Se vi sembra poco? Di certo non è un grullino, come i grullini di illuminata fama spettacolare che non torneranno mai più in Parlamento. Dal nulla a primo ministro bis, uno che con un colpo di Stato in Gazzetta Ufficiale mette agli arresti domiciliari tutti gli italiani, senza neanche un banale processo, cioé senza prove scientifiche. Conte Giuseppe non è un leader, non è un eletto, non è un politico non è un tecnico, non è nulla più che un politicante. È il nulla politico fatto presidente del consiglio da Sergio Mattarella, alla stregua di un Luigi Di Maio qualunque. Conte è la svolta avvocatizia della politica tricolore che segna la fine del discorso politico. Lui non è di parte, eccetto la sua: alla voce conflitto di interessi (alluere Peppì?). Quel che dice è frutto del luogo, dell'ora e dei soggetti che si trova di fronte. Trasformista sarebbe già un elogio. Conte cambia voltura ad ogni utente e rispetto ad ogni gestore. Conte è rappresentazione allegorica del niente assoluto in politica, ma attenzione, a norma di legge. Quando apparve per la prima volta dissero che aveva alterato il suo curriculum e in alcune università da lui citate non era mai stato concretamente, non lo conoscevano. 



Certo, non sembra all'altezza del ministro all'Istruzione Azzolina, accusata di aver copiato copiato la tesi da alcuni manuali, la stessa Prof che in un lampo ha disposto e richiesto la chiusura di scuole e università, col pretesto sacrosanto del virus a corona. In comune con i ministri e l'inquilino pro tempore del Quirinale, Conte ha il fatto grave assai (da meritata bocciatura in terza elementare) di aver confuso il Sars CoV-2 (il virus) con il Covid-19 (la malattia) negli atti ufficiali dello Stato. Conte non ha compiuto alcuna scalata. È stato chiamato al massimo grado col minimo sforzo, anzi senza aver fatto assolutamente nulla di niente. Una specie di gratta e vinci senza comprare nemmeno il biglietto. Da zero a Palazzo Chigi. Un passe-partout: il conte Zelig. Assume di volta in volta, le sembianze degli interlocutori: merkeliano con la Merkel, junckeriano con juncker, trumpiano con Trump, macroniano con Macron, vladimiriano con Putin. Chiunque incontra lui diventa quello. Insomma, è lo specchio di chi vede. Il suo vaniloquio è simulazione di governo? Conte è la spia che la politica in Italia è proprio finita, non c'è più. Ad un adenoideo per giunta atonale simil toscano, in quel di Volturara Appula non affiderebbero neppure la gestione di un condominio logopedista. Il 23 aprile 2020, Conte svenderà l'Italia? Dal belpaese deserto confermano "laqualunque": "tutto tutto e niente niente".

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