13.4.20

CORONAVIRUS: ABUSI DI POTERE!

 di Gianni Lannes

In Italia, l'esecutivo del Conte bis ha liberato più di 6 mila delinquenti dalle patrie galere, ed al contempo ha posto agli arresti domiciliari più o meno 60 milioni di cittadine e cittadini, inclusi i bambini.

Sulla scorta dei decreti palesemente incostituzionali ed anticostituzionali del governo Conte emanati anche dal capo dello Stato - che indistintamente hanno confuso il nuovo coronavirus (Sars CoV-2) con la malattia (Covid-19) - attualmente carabinieri, poliziotti, finanzieri e vigili urbani invece di dare la caccia a mafiosi, criminali e trafficanti di droga, seguitano a perseguitare le persone, “colpevoli” di prendere una boccata d'aria alla luce del sole.

Tale atteggiamento persecutorio ed intimidatorio nei confronti delle persone di ogni età spesso alla presenza di minori, è una sorta di violenza istituzionale “legalizzata”, che viola i dettami non solo della Dichiarazione dei Diritti Umani, ma anche tutti i principi della Costituzione Repubblicana Italiana, nonché addirittura le normative richiamate dai provvedimenti amministrativi e dai decreti -legge, notoriamente atti normativi di rango minore.

Innanzitutto, la cosiddetta “quarantena” è regolamentata a livello mondiale dal Regolamento sanitario internazionale. L'Organizzazione Mondiale della Sanità ha indicato per il nuovo coronavirus, denominato Sars CoV-2, un'incubazione al massimo di 14 giorni. Con il decreto del presidente del consiglio dei ministri datato 9 marzo 2020 (dpcm), l'isolamento domestico della popolazione italiana è iniziato a far data dal 10 marzo 2020. Dunque, il termine è ampiamente scaduto il 24 marzo scorso.



L'8 aprile 2020, l'ha ricordato al primo ministro pro tempore Conte, addirittura il Consiglio d'Europa: occorre “un limite temporale chiaramente definito” allo stato d'emergenza. Peraltro, il governo italiano non ha supportato tutti i decreti legge, incluso l'ultimo in ordine temporale del 25 marzo 2020 (numero 19), di una benché minima prova scientifica a supporto; e non ha presentato al Parlamento il suddetto decreto-legge (norma di rango inferiore) ne i tempi stabiliti dall'articolo 77 della Costituzione italiana, annunciandolo al termine del consiglio dei ministri il 24 marzo 2020 e pubblicandolo direttamente in Gazzetta Ufficiale l'indomani, ovvero il 25 marzo 2020. 
 
E ancora: l'autocertificazione proposta viola la Legge 445 del 2000 che regolamenta le autocertificazioni, in particolar modo l'articolo 49 esplicita, al comma 1, che i certificati medici, veterinari, sanitari non possono essere sostituiti da altro documento, quindi non si può autocertificare uno stato di salute. Inoltre, l'articolo 48 della predetta norma (legge 445/2000) stabilisce che le “dichiarazioni sostitutive sono facoltative” e, quindi, non obbligatorie. In sostanza, il governo non può forzare alcun cittadino a sottoscrivere autocertificazioni di alcun genere.
Il richiamato decreto legge 19 del 25 marzo 2020 sconsiglia di uscire di casa, a meno che non ci siano delle comprovate necessità, delle urgenze, dei motivi di lavoro e salute o motivazioni specifiche. 
 
Tutto l'impianto dei provvedimenti amminisrativi (dpcm) sottoscritti dal primo ministro pro tempore Cinte Giuseppe, viola e calpesta tutta la Costituzione italiana.

Infatti, l'articolo 2 della Costituzione dichiara che la Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo;

l'articolo 10 stabilisce che l'ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme del Diritto Internazionale;


l'articolo 13 sancisce che la libertà personale è inviolabile;


l'articolo 16 dice che ogni cittadino può circolare e soggiornare liberamente in qualsiasi parte del territorio e che non vi possono essere restrizioni politiche (come nel caso attuale).


Il decreto legge 19/2020 prevede delle deroghe alla Costituzione che non sono attuabili con un dpcm, oltretutto il governo non può delegare alle regioni e ai sindaci simili deroghe alla Costituzione. Quindi non è assolutamente vero che la Regione può ordinare ai cittadini di circolare con la mascherina, non è assolutamente vero che la Regione può ordinare di non andare oltre i 200 metri dalla propria abitazione, perché sono competenze che non rientrano in nessun modo nelle prerogative dell'amministrazione regionale. 
 
L'articolo 16 stabilisce che le uniche limitazioni alla libertà di movimento dei cittadini sono quelle stabilite dalla legge.

Per poter limitare dei diritti costituzionali, occorre emanare una legge che faccia una modifica costituzionale o una deroga alla Costituzione in virtù di uno stato di eccezione, ma la realtà dei fatti è che l'articolo 78 della Costituzione dice chiaramente che l'unico stato di legale riconosciuto dallo Stato italiano, mediante il quale si possano conferire al governo dei poteri straordinari di deroghe costituzionali, non è uno stato di presunta emergenza sanitaria, ma uno stato di guerra.

L'Italia attualmente non è in guerra, anche se i mass media, i televirologi e i politicanti italopitechi continuano a ripetere a reti unificate: «siamo in guerra contro il coronavirus», perché i numeri ufficiali e i fatti oggettivi smentiscono questa situazione.


L'OMS ha dichiarato una situazione pandemica e non uno stato di pandemia.
Lo “stato di emergenza” dichiarato dal governo il 31 gennaio 2020 è anticostituzionale, perché o si dichiara guerra e quindi il governo ha pieni poteri, oppure non ci sono i presupposti per fare una legge che violi apertamente gli articoli 2, 13 e 16 della Costituzione, chiedendo ai cittadini di giustificare alle forze dell'ordine dove si stanno recando.




Il decreto legge 19/2020 dà potere di pubblica sicurezza alle forze dell'ordine (armate). Quindi, cosa succede quando un presidente del consiglio pro tempore stabilisce, o meglio impone che i cittadini devono giustificarsi sempre perché s stanno muovendo, che lui può tranquillamente parlare a nome di tutta la nazione, (infatti non usa più la bandiera della Presidenza del Consiglio,  usa solo la bandiera italiana e la bandiera europea durante i propri discorsi) e, per giunta, conferisce potere di pubblica sicurezza alle forze armate? 

 
In qualsiasi altra nazione del mondo si parlerebbe di un classico colpo di Stato, come avevo già scritto e documentato il 25 marzo scorso. Invece, in Italia, le persone sono convinte che devono giustificarsi e che per legge devono restare in casa, mentre tutte queste idee sono semplicemente forzate e mascherate dal governo, veicolate dalla televisione, ma non dalla legge. 
 
Le forze dell'ordine possono agire solo in 3 casi nei confronti dei cittadini: 
 
in caso di flagranza di reato; in forza di legge; in forza di autorità (ordine scritto).

Quindi il carabiniere, il polizioto il finanziere o il vigile urbano deve fornire un ordine scritto con nome e cognome, grado, numero di matricola e deve essere presentato ad un giudice che ha 48 ore di tempo per convalidarlo o dichiararlo illegittimo. 
 
Il decreto legge per specifiche necessità non richiede l'autorizzazione. Non c'è una legge che obblighi il cittadino a consegnare i documenti a una forza dell'ordine, esattamente come un pubblico ufficiale non ti consegnerebbe mai il suo distintivo. 
 
L'articolo 54 recita che tutti i cittadini hanno il dovere di essere fedeli alla Repubblica e di osservarne la Costituzione e le leggi. I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore, prestando giuramento nei casi stabiliti dalla legge.

Allora perché tutta questa insistenza nel chiedere le autocertificazioni? Perché esiste una fonte del diritto che è la consuetudine: quando milioni di italiani applicano una consuetudine, ovvero una prassi, e addirittura autocertificano che loro la conoscono, sanno come stanno le cose, ma non gl'importa perché la televisione gli ha detto di fare così, e quindi permettono al governo di raccogliere centinaia di migliaia di firme, a quel punto, quando i giuristi diranno "guardate che quello che avete fatto è anticostituzionale! ", il Presidente del Consiglio potrà esibire le firme raccolte con le autocertificazioni e dire: "Ma Signori,  è consuettudine, ce l'hanno chiesto gli italiani! " e quindi chi firma e compila tali autocertificazioni contrbuisce a trasformare in carta straccia la Costituzione italiana.

Vi consiglio di leggere attentamente non solo la nostra Costituzione, ma anche il Testo Unico delle leggi di Pubblica Sicurezza. Imparate a gestire le relazioni che non sono in forza di legge, bensì in forza di autorità. E chiedete sempre che vi vengano sottoscritti degli ordini, con nome, cognome, grado e numero di matricola, in modo che i carabinieri,  i vigili, la polizia,  la finanza, l'esercito si assumano la responsabilità di quello che vi stanno chiedendo di fare, perché altrimenti siete voi a tradire la Costituzione e a dar ragione al colpo di Stato che stanno cercando di legittimare a qualsiasi costo. E non abbiate paura di denunciare chi indossa una divisa ed abusa del suo "potere". Il potere deve essere al servizio del cittadino; questo potere non può comandare il cittadino, ossia il popolo sovrano.








Nessun commento: