11.3.20

VIRUS FOBIA: PROVE TECNICHE DI DITTATURA!



di Gianni Lannes

Un golpe nel belpaese, attesta la Gazzetta Ufficiale. Peggio: un incubo dittatoriale telecomandato dall'estero; più che virale trattasi di follia istituzionale. Ancora il 22 febbraio 2020 il primo ministro pro tempore Giuseppe Conte, assicura pubblicamente che «l'Italia è un paese sicuro, in cui si può viaggiare e fare turismo». Come no. Infatti, il capo dello Stato ha incontrato migliaia di individui anche nelle regioni settentrionali, ed inaugurato mostre dal 30 gennaio al 6 marzo 2020. A rigor dilogica, delle due l'una: o l'avvocato del popolo ha messo a rischio la vita del presidente Sergio Mattarella, oppure è soltanto una macroscopica speculazione finanziaria, ben mascherata ed ingigantita. Appena una manciata di giorni dopo, anzi di notte, lo stesso inquilino di Palazzo Chigi a mezzo di un semplice decreto, sospende la libertà in Italia. Nessuno protesta, tutti ubbidiscono e si conformano all'autorità. Che gli italiani siano ormai gregge? Perché almeno gli insegnanti non invitano alunni e studenti ad interrogarsi e a scrivere le proprie riflessioni, sull'inquietante presente? O sarà stata interdetta in Italia, a nostra insaputa, anche la libertà di pensiero? Recitano le cronache della colonia tricolore che soltanto i carcerati si sono effettivamente ribellati ad un'inaccettabile imposizione.  A proposito: come si spiega il tempestivo dispiegamento di 30 mila soldati USA in tenuta da guerra nel vecchio continente, 20 mila dei quali appena approdati dagli States?





L'epidemia è psicologica: tutti sembrano untori in virtù della paura instillata dall'esecutivo tricolore nel corpo sociale. Va in onda l'assuefazione al peggio e le prime vittime sono i bambini, terrorizzati da questo clima di guerra alla vita sociale, che si traduce in angoscia e tensione riversata sull'infanzia. L'ultimo agente patogeno messo in circolazione con tanto di sfolgorante brevetto targato United States of America e Regno Unito (Pirbright Institute) rimbalza sulla testa e nella vita di ognuno. 

Ciò che è accaduto nella notte del 9 marzo scorso è un precedente gravissimo per lo Stato di diritto in Italia e in tutta l'Unione europea. Le libertà costituzionalmente garantite della popolazione italiana dall'anno 1948, sia pure sulla carta istituzionale, sono state azzerate con un incongruente decreto del presidente del consiglio, senza alcun passaggio parlamentare a maggioranza qualificata. Forse deputati e senatori sono più spaventati dal contagio che dall’esigenza di sancire la legittimità di un atto del Governo di tale portata eversiva dell'ordine costituzionale. Perché politicanti di cosiddetta opposizione, scrittori, intellettuali da salotto, giuristi, giornali, radio e televisioni, nonché magistrati e leader politici non denunciano questo evidente attentato alla Costituzione della Repubblica italiana? Mai e per nessun motivo, nemmeno all’epoca dell’epidemia di influenza spagnola nel secolo scorso, erano state imposte limitazioni individuali e sociali di portata catastrofica sul piano del diritto. Si tratta a tutti gli effetti, degli arresti domiciliari o se si preferisce, della collocazione al domicilio coatto con obbligo di firma per tutti gli italiani, su cui pende addirittura la spada di Damocle del reato penale, in ragione di ogni violazione all'ordine impartito dall'ineletto Conte bis. Insomma, un trattamento sanitario obbligatorio di massa. Una mostruosità giuridica che assomiglia tanto ad un esperimento di ingegneria sociale, una classica finestra di Overton per abituare le masse a cambiamenti impensabili ed umanamente inaccettabili.

Quello che dal punto di vista giuridico è troppo, dal punto di vista scientifico promette già di essere troppo poco. Se è realistico ciò che asseriscono esperti come Andrea Crisanti (direttore del laboratorio di Microbiologia e virologia dell'Università di Padova), serviranno due, tre o forse quattro anni per mettere in sicurezza la popolazione, perché il vaccino per curare l'influenza cinese, ossia il nuovo coronavirus, non sarà pronto prima di 14 mesi e poi bisognerà produrlo e, soprattutto, vaccinare forzatamente tutti gli abitanti dell'Italia. Quindi, due, tre o forse quattro anni sono un tempo tecnico che costringerà alla quarantena e a misure straordinarie ogni persona e di conseguenza anche l'economia. 
 
Chi crede all’utilità di un simile provvedimento, troppo drastico per lo stato di diritto italiano? Se anche non lo ritiene un attentato alla Costituzione repubblicana italiana, davvero non si accorge della violazione del diritto europeo, in particolare della libertà di transito degli esseri umani? Se è un’emergenza sanitaria, l’Unione europea e gli Stati Schengen avrebbero dovuto agire con massima coerenza ed urgenza. Invece niente: l'Unione europea è latitante.

Di sicuro in un Paese civile, a maggior ragione in uno Stato di diritto, non occorrono “leggi speciali" per gestire emergenze. Il novello coronavirus ha compiuto quello che la strategia della tensione, gli anni di piombo, le stragi di mafia e quelle di Stato non sono nemmeno arrivati a sfiorare, calpestando mediante una banale conferenza stampa governativa, le fragilissime istituzioni repubblicane, eterodirette dall'estero.

Nel belpaese hanno annichilito il fondamento della democrazia (sia pure incompiuta) grazie anche al silenzio generale. L'ultimo decreto del Conte bis che ha sancito un autentico “colpo di Stato” (incruento) si basa su un'emergenza sanitaria tutta da dimostrare in quanto a potenziale virulenza, origine e diffusione, poiché l'inquinamento che entra nel respiro fa tante più vittime ogni giorno, ma il governo tricolore non provvede mai a salvaguardare la salute pubblica, in Italia le libertà costituzionali sono state sospese, mentre gli italiani sono stati confinati nelle loro case, pena la prigione. Neanche la dittatura fascista si era spinta a tanto quando imperversavano al contempo la malaria e la tubercolosi. Sul piano scientifico il serbatoio ed il vettore del nuovo coronavirus non sono ancora noti. Un fatto è però certo: questo agente virale presenta un tasso di mortalità cinque inferiore rispetto alla Sars. Se un cittadino non può più uscire per una boccata d'aria, allora il colpo di Stato c'è stato, eccome, eppure nessuno in Italia ha espresso un'opposizione critica per questo isolamento coercitivo.

Nel calderone ingurgitato dagli ignari italiani c'è di tutto, ultima la restrizione ad uscire e frequentare i propri simili: il virologo somaro assurto a webstar che pontifica un giorno sì e l'altro pure, i messaggi delle autorità che dovrebbero governare la crisi mentre annaspano nelle incongruenze, i mass media che amplificano l'emergenza in base ai bollettini di guerra diramati dalla protezione civile, quelli che col contagio ci guadagnano e chi rischia di perdere tutto, compresa la vita. In ogni caso, per dirla con Gaber: “la libertà è partecipazione”, va conquistata poiché non è data per sempre. Dunque, per favore “non insegnate ai bambini. La democrazia è il sistema più democratico che ci sia”.