31.3.20

NUOVO CORONAVIRUS: NUMERI INVENTATI!


(fonte: Organizzazione Mondiale della Sanità)

(fonte: Protezione Civile Italia)


di Gianni Lannes


I numeri dell'ineletto ormai corrono all'impazzata. Dati inaffidabili, cifre falsificate, statistiche truccate dell'OMS? Il bombardamento aritmetico prosegue incurante della verità. Al 31 marzo 2020, si contano ufficialmente in Italia «12.428 pazienti deceduti Covid-19 positivi». Il comunicato odierno della Protezione Civile recita alla lettera: «I deceduti sono 12.428, ma questo numero potrà essere confermato solo dopo che l’Istituto Superiore di Sanità avrà stabilito la causa effettiva del decesso». Il che, appunto, non vuol dire, che siano morti a causa del nuovo coronavirus. Invece, autorità, televirologi e mass media ogni giorno attribuiscono a tavolino, la causa di morte, unicamente al SARS Cov-2. Eppure, l'Istituto Superiore di Sanità, non ha ancora condotto alcun accertamento, come attesta e certifica il rapporto odierno. Inoltre, l'ISS non ha ancora validato tutte le cartelle cliniche. 




L'Espresso, 29 marzo 2020


Dunque, è in atto una truffa statistica del governo italiano, tesa a terrorizzare l'opinione pubblica, oltraggiando i defunti. Come mai i vescovi non insorgono in nome della verità tradita ed oltraggiata? Perché Papa Bergoglio non fiata? È dunque, impossibile, sul piano logico e scientifico, attribuire a priori, o meglio stabilire senza neanche uno straccio di autopsia, quale sia la causa reale di morte di queste persone (età media 78 anni), gran parte delle quali presentavano varie patologie pregresse. La falsificazione operata sui numeri, avallata dai vertici dello Stato italiano, amplifica la distorsione della realtà e la manipolazione delle informazioni anche da parte di televisioni, radio e giornali, come nel caso del settimanale L'Espresso.

Qual è il “vettore” della vera arma biologica di cui il Coronavirus (infettivo) sarebbe una copertura? Qualcuno ha concretamente individuato il serbatoio virale e l'ospite intermedio? Dov'è il paziente zero in Italia? Dato che il SARS-CoV2 è stato accusato di causare sintomi respiratori molto gravi e unici (il Covid-19), quale sarebbe lo studio che lo certifica? I quattro postulati di Koch, sono il fondamento di ogni ricerca microbiologica. Allora: dov’è lo studio in cui hanno isolato il virus; l’hanno messo in una coltura, l’hanno iniettato come virus purificato in un animale; hanno registrato sia i sintomi che il virus dovrebbe causare, sia la sua significativa proliferazione nell’ospite. Questo è l’unico sistema scientifico, attualmente validato, che può provare la causalità in rapporto a una malattia da parte anche di un virus. 

 

Relativamente al rilevamento del virus, vari studi dimostrano che il test RT-PCR utilizzato per SARS Cov2 (o meglio i diversi metodi PRC usati da diverse Stati) fornisce circa l’80 per cento di falsi positivi. Tradotto: è totalmente inaffidabile. Lo studio basilare che attualmente fissa lo standard per il rilevamento di SARS Cov2 (Corman VM, Droste C. et al., 2020, Detection of novel Coronavirus by real time RT-PRC”) non appare un terreno molto solido per procedere alla chiusura dell’economia mondiale, ma soprattutto alla limitazione della libertà. 


 
«Un fiasco in divenire?» Inizia così l’articolo dell’epidemiologo e statistico John Ioannidis (è uno dei ricercatori tra i più citati al mondo). A tre mesi dalla comparsa dell’epidemia, l’autore lamenta per la maggior parte dei Paesi, «la mancanza di dati affidabili sulla prevalenza del virus in un campione casuale rappresentativo della popolazione generale». Ha scritto Ioannidis: «Man mano che la pandemia di coronavirus prende piede, stiamo prendendo decisioni senza dati affidabili». E ancora: «Un tasso di letalità nella popolazione dello 0,05% è inferiore a quello dell’influenza stagionale. Se questo è il vero tasso, bloccare il mondo con conseguenze sociali e finanziarie potenzialmente enormi può essere totalmente irrazionale».

Anche Stefano Petti, docente di Epidemiologia all'Università la Sapienza di Roma, nutre dei dubbi critici sui numeri ufficiali: «Soltanto alla fine dell’anno sarà possibile confrontare i dati della mortalità del 2020 con le annate precedente. E, guardando ai morti in più, si potrà comprendere il fenomeno. L’andamento della mortalità italiana non è per nulla regolare, segue picchi periodici - mai chiariti peraltro - a distanza di circa 2-4 anni. Ad esempio nell’inverno del 2015, da gennaio a marzo, si verificarono 217.000 morti premature in Europa tra gli ultra65enni e soltanto 9.000 distribuite nelle altre fasce di età, solo parzialmente attribuite all’influenza. L’Italia, quell’anno, pagò il prezzo più alto: 45.000 decessi in soli tre mesi (Paola Michelozzi e altri, 2016). Non è finita. Nell’inverno 2017 emerse un altro picco. In una sola settimana, l’ultima di febbraio, ci furono 55.000 decessi prematuri in Europa tra gli ultra65enni, le altre classi di età neanche sfiorate. Nei mesi scorsi l’andamento della mortalità negli over 65 è stato più basso dell’atteso. Nell’ultima settimana del 2019 e nella prima del 2020 i decessi sono risultati addirittura al di sotto dell’intervallo di confidenza (la forbice che stima le morti attese). Sia la distanza dai picchi del 2015 e del 2017, sia l’andamento delle ultime settimane facevano prevedere un eccesso di morti nelle settimane successive. Che si è verificato nella settimana 1-7 marzo. A questa settimana di picco si aggiungeranno anche le successive, si avrà un eccesso di mortalità che compenserà un difetto del periodo precedente».



Il professor Petti ha aggiunto: «Ho calcolato le morti in eccesso in Italia e in Lombardia per il 2019, secondo il trend dal 2002 al 2018: le morti attese in Italia nel 2019 erano 642.000 ma se ne sono verificate 647.000, quindi 5.000 in più dell’atteso ma comunque entro l’intervallo di confidenza (627.000-656.000). Ho fatto lo stesso calcolo per la Lombardia ed è emerso che le morti attese erano 98.500 ma se ne sono verificate quasi 102.000, quindi quasi 3.500 in più dell’atteso e oltre l’intervallo di confidenza (96.000-101.000). È quindi una differenza totalmente inaspettata che ci dice che nel 2019 il 70% delle morti in eccesso in Italia si sono verificate nella sola Lombardia. La Lombardia ha sempre avuto un numero di decessi pari al 15 per cento del numero totale in Italia ma questa percentuale sta rapidamente aumentando dal 2014 ad oggi e questo si riflette nell’enorme numero di decessi per cause multiple che si sta verificando in questa regione».



Tutta la messinscena mondiale - con regia eterodiretta dall'OMS a sua volta telecomandata dalla Gates Foundation - serve a qualcos'altro? E la farsa italidiota alimentata dal governo del Conte bis che semina paura nelle persone ed inietta panico nella popolazione? Anche l'Harvard University in un recente studio, ha rilevato la fallimentare gestione italiana dell'emergenza. L'illusorietà delle motivazioni a sostegno della segregazione domestica sono evidenti anche ai sassi, eppure i governatori regionali ora invocano addirittura poteri straodinari per derogare a leggi e normative.

Riferimenti: