9.1.20

IN AUMENTO LA VIOLENZA SESSUALE SUI BAMBINI IN ITALIA, MA IL GOVERNO CONTE BIS TACE!



di Gianni Lannes

I bambini sono esseri umani tra i più speciali e sensibili: sono stelle che brillano nelle vite degli adulti, ma sovente "i grandi" neppure si accorgono dei piccini, presente e futuro dell'umanità.

Ecco una vergogna nazionale tutta italiana che denota il disinteresse concreto - delle attuali più alte cariche dello Stato tricolore, dall'inquilino del Quirinale a quello di Palazzo Chigi - verso chi si appena affacciato alla vita e già soffre. Sono esattamente 325 - secondo la banca dati del Parlamento (che non mente) alla data odierna - gli atti parlamentari (interrogazioni e interpellanze) relativi alle condizioni critiche dei bambini in Italia (pedofilia, pedopornografia, affidi fuorilegge di tribunali pilotati dai servizi sociali, sparizione di minori, eccetera) che nella XVIII legislatura, ossia quella corrente, non hanno avuto risposta dai due esecutivi targati Conte.

Ma c'è di peggio a livello giuridico, o meglio un obbligo normativo, stabilito dall'articolo 17 comma 1 della legge 3 agosto 1998, numero 269, impunemente disatteso dal presidente del consiglio dei ministri pro tempore Conte Giuseppe:


«1. Sono attribuite alla Presidenza del Consiglio dei ministri, fatte salve le disposizioni della legge 28 agosto 1997, n. 285, le funzioni di coordinamento delle attivita' svolte da tutte le pubbliche amministrazioni, relative alla prevenzione, assistenza, anche in sede legale, e tutela dei minori dallo sfruttamento sessuale e dall'abuso sessuale. Il Presidente del Consiglio dei ministri presenta ogni anno al Parlamento una relazione sull'attivita' svolta ai sensi del comma 3».

3. Nello svolgimento delle funzioni di cui al comma 1, la Presidenza del Consiglio dei ministri:
a) acquisisce dati e informazioni, a livello nazionale ed internazionale, sull'attivita' svolta per la prevenzione e la repressione e sulle strategie di contrasto programmate o realizzate da altri Stati;
b) promuove, in collaborazione con i Ministeri della pubblica istruzione, della sanita', dell'universita' e della ricerca scientifica e tecnologica, di grazia e giustizia e degli affari esteri, studi e ricerche relativi agli aspetti sociali, sanitari e giudiziari dei fenomeni di sfruttamento sessuale dei minori;
c) partecipa, d'intesa con il Ministero degli affari esteri, agli organismi comunitari e internazionali aventi compiti di tutela dei minori dallo sfruttamento sessuale».




Appunto la legge 3 agosto 1998 numero 269 (“Norme contro lo sfruttamento della prostituzione, della pornografia, del turismo sessuale in danno di minori, quali nuove forme di schiavitù”), prevede che ogni anno il Governo riferisca al Parlamento su quanto posto in essere per l’attuazione della legge. Di questa Relazione non vi è traccia, né i parlamentari tricolore hanno denunciato la gravissima inadempienza del capo di governo.

Peraltro, l'Osservatorio nazionale infanzia e adolescenza dovrebbe redigere una relazione tecnico-scientifica annuale consuntiva delle attività svolte, anche ai fini della predisposizione della relazione che il primo ministro deve obbligatoriamente presentare ogni anno, ma non risulta essere stata pubblicata. Dunque, l'opinione pubblica è mantenuta all'oscuro di fatti rilevantissimi per la società, di cui le autorità ai più elevati livelli non tengono alcun conto. Inoltre, tale osservatorio deve anche predisporre il Piano nazionale di prevenzione e contrasto dell'abuso e dello sfruttamento sessuale dei minori, che sottopone all'approvazione del Comitato Interministeriale di Coordinamento per la lotta alla pedofilia. Già un Rapporto delle Nazioni Unite del 2009 sottolineava (”I diritti dell'Infanzia e dell'adolescenza in Italia”, 2° Rapporto supplementare, pagina 169) che è tutto fermo a fine 2007 e che dal Centro nazionale di documentazione e analisi per l'infanzia e l'adolescenza «non è stato possibile ottenere informazioni aggiornate».

Come mai il Garante per l'infanzia e l'adolescenza non ha nulla da obiettare? Eppure, l'Autorità garante per l'infanzia e l'adolescenza è un organo monocratico italiano istituito nel 2011, con il compito precipuo di promuovere l'attuazione delle misure previste dalla convenzione di New York, nonché da altri strumenti internazionali finalizzati alla promozione e alla tutela dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza.

In Italia regna una cappa di omertà istituzionale che grava sui crimini pedofili sotto forma di sfruttamento in svariati modi: dalla pornografia all'adescamento via Internet, alla riduzione in schiavitù fino al turismo sessuale, in cui sono particolarmente versati gli “italiani brava gente”. In particolare, proprio nel belpaese, al di là dei roboanti proclami politici e della promulgazione di nuove leggi, è forte la spiacevole sensazione che molto ancora resti da fare per tutelare seriamente l'infanzia e l'adolescenza da tante pericolose insidie. Si tratta di un disagio alimentato da radici antiche: nella storia del diritto il bambino è stato percepito come un essere che solo attraverso il processo educativo diventa persona. Ossia viene considerato bene di proprietà e non come una persona umana già esistente con le sue esigenze e la sua identità presenti fin dalla nascita. Lo stesso termine “minore” - per sottolineare quanto siano performative le parole - ancora e sempre usato a livello giuridico e politico è decisamente significativo ed esemplificativo, in quanto sottolinea una condizione a tutti gli effetti di inferiorità sociale, e quindi, di incompiutezza e dipendenza dagli adulti.
  
Insomma, i controllori non hanno particolarmente a cuore la sorte di bambini e adolescenti. Gattopardismi, opportunismi, formalismi, protagonismi di facciata, omertà e silenzi che denotano chiaramente il disinteresse reale delle istituzioni. Quanto alla Chiesa cattolica, non lasciate che i pargoli vadano a loro.

Nel 2016 ho scritto personalmente al capo dello Stato e al suddetto Garante, essi, però, non hanno ancora risposto. C'è un giudice almeno a Berlino?



Riferimenti:
















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