4.11.19

DIO?

   foto Gilan

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di Gianni Lannes

La vita ci colpisce e ci tempra. E il tempo lascia segni nel nostro corpo e nell'anima (per chi sa riconoscerla), a volte cicatrici irrimarginabili. L'importante, però, è curare le ferite e rialzarsi. Comunque, "Dio" (o se preferite "dio") ci deve delle spiegazioni. Le persone che se ne vanno prima del tempo non finiscono sottoterra, bensì nella nostra esclusiva memoria, o meglio nel ricordo di chi le ama per davvero; che scintilla dopo scintilla, diventerà la memoria altrui, ovvero dei posteri. Questo preambolo per dire che da quando il mondo mi è crollato addosso, con l'improvvisa scomparsa della donna amata, non credo più nell'esistenza di Dio (catechizzata ed imposta a gran parte dell'umanità - per mantenerla nell'ignoranza per sete di potere ed ingordigia; Vaticano docet - dalle religioni monoteiste in un'epoca primordiale e patriarcale), ma in madre Natura, vale a dire nella rinascita della vita dalla morte. Credevo, credetti, insomma ho creduto un tempo, causa imprinting familiare e consuetudine sociale. Ora non credo più nell'essere perfettissimo che tutto vede, tutto dispone, tutto governa attraverso la lista delle dieci cose che non si devono fare, trasgredita una sola delle quali ti spedisce a soffrire per l'eternità. L'inferno? E' la rassegnazione umana. L'amore invece, è la vittoria sulla paura; è pura luce che passa oltre le incrinature.

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