15.10.19

BAMBINI: LATITANTE GOVERNO CONTE 1 e 2


foto Gilan©

di Gianni Lannes

Bambini a perdere con diritti di carta (teorici, inesigibili, inesistenti). Oggetti, addirittura pezzi di ricambio e mai soggetti. Infanzia negata e adolescenza defraudata. Da tempo, l'Italia non è un'isola felice. Ma quale nuovo umanesimo? Forse si tratta di fumo negli occhi scaricato dal primo ministro pro tempore Conte Giuseppe sull'ignara opinione pubblica italiana, almeno a considerare le gravissime inadempienze istituzionali. Ecco una vergogna nazionale tutta italiana che denota il disinteresse - delle attuali più alte cariche dello Stato tricolore -  verso chi si appena affacciato alla vita e già soffre. Sono esattamente 323 - secondo la banca dati del Parlamento (che non mente) - gli atti parlamentari (interrogazioni e interpellanze) relativi alle condizioni critiche dei bambini in Italia (pedofilia, pedopornografia, affidi fuorilegge di tribunali pilotati dai servizi sociali, sparizione di minori, eccetera) che nella XVIII legislatura, ossia quella corrente, non hanno avuto risposta dai due esecutivi targati Conte. Un fatto acclarato su cui riflettere: nel belpaese il giro d'affari sul perverso sistema degli allontanamenti di migliaia di minori dalle famiglie d'origine, con magistrati in palese conflitto d'interessi economici da tempo (ben noti al Csm), sfiora ormai i 3 miliardi di euro annui. A proposito: come mai l'Italia non ha ratificato la Convenzione del Consiglio d'Europa sul traffico di organi umani nel vecchio continente? Essa



"invita i governi a rendere il prelievo illecito di organi da donatori viventi o deceduti infrazione penale".


E che dire del 40 per cento delle scuole pubbliche a rischio (numeri ministeriali), mai poste in sicurezza nonché dell'aumento dei costi militari e la simultanea riduzione delle spese culturali?
  




Infatti, dall'avvio della XVIII legislatura, i lavori condotti dall'Osservatorio nazionale per il contrasto della pedofilia e della pornografia minorile, dall'Osservatorio nazionale sull'infanzia e l'adolescenza e dall'Osservatorio nazionale sulla famiglia non sono stati ancora riattivati, generando, in questo modo, un evidente vulnus in merito ad attività di fondamentale importanza per la programmazione e il monitoraggio degli interventi necessari a contrastare la violenza nei confronti delle persone minori di età, nonché azioni cardine per la creazione di risposte tarate, quanto più, su bisogni ed esigenze specifiche. 


L'esecutivo Conte, in concreto, quali urgenti iniziative di competenza intende porre in essere per mettere fine a violenze inaccettabili a danno dei più piccoli, garantendo che simili drammatiche vicende non abbiano più a verificarsi e tutelando, con ogni mezzo, chi non ha altri strumenti per difendersi se non quelli forniti dagli adulti.

L'affido, che dovrebbe costituire una misura temporanea di aiuto e protezione per i minori in difficoltà, funzionale al mantenimento della relazione con la famiglia d'origine, troppo spesso si trasforma in una soluzione permanente, caratterizzata da proroghe in oltre il 60 per cento dei casi dopo i ventiquattro mesi, con la conseguenza che non si raggiunge mai la situazione di stabilità familiare fondamentale per lo sviluppo del bambino in difficoltà nell'ambito della propria famiglia. Inoltre, la lacunosità dei dati relativi all'attuazione dell'istituto dell'affido rende difficoltoso avere un'esatta conoscenza dell'ampiezza del fenomeno ad oggi. Se una nazione non si preoccupa e protegge pargoli e fanciulli, vale a dire il presente, allora non ha futuro.