1.8.19

MAL…ARIA




di Gianni Lannes

Le emissioni inquinanti volano in alto e scendono in basso, fin dentro i polmoni umani e nei gangli della Terra mescolandosi all'acqua.

Nel 2020, secondo una stima dell’International Civil Aviation Organization, le emissioni inquinanti dell’aviazione (civile e militare) saranno del 70 per cento più elevate che nel 2005. Senza contare le ripercussioni atmosferiche, territoriali ed acustiche.

La maggior efficienza dei motori aerei non compensa di sicuro l’impennata dei voli o l’incremento di scie chimiche a rilascio deliberato anche sui centri abitati, ben dentro le aerovie militari (a bassa quota), spacciate per “scie di condensa”.

Nell’immaginario collettivo plasmato dai mass media eterodiretti dal potere economico, il mutamento climatico è percepito come un fenomeno che produce un aumento della temperatura, con estati sempre più torride, innalzamento del livello di mari ed oceani, nonché scioglimento dei ghiacciai. Solo di recente stampa e tv hanno iniziato a far riferimento ad eventi estremi, collegandoli al mutamento climatico.

Quelle che con un neologismo vengono definite “bombe d’acqua”, erano eventi a dir poco rari, soprattutto nel bacino del Mediterraneo e nelle zone temperate del pianeta, mentre stanno diventando assai frequenti anche in Italia.

Trombe d’aria, tifoni, piogge torrenziali, onde marine giganti, si manifestano con sempre maggiore frequenza ed intensità. Le indicibili attività militari di “aerosolchemioterapia bellica” c’entrano forse qualcosa? Allora, perché le scie degli aerei diventano nuvole?