7.1.19

TRIVELLE NELLO JONIO, GRAZIE AL GRILLINO DI MAIO...


 
di Letizia Ricci

Fatti, non aria fritta grullina. Il Ministero dello Sviluppo Economico targato Luigi Di Maio ha dato il via libera alle trivelle per la ricerca del petrolio nel Mar Ionio. In data 31 dicembre 2018 è stato pubblicato sul Bollettino ufficiale degli idrocarburi e delle geo risorse che autorizza tre nuovi permessi di “ricerca  petrolifera e coltivazione idrocarburi” nel Mar Jonio, su una superficie complessiva di 2200 chilometri quadrati a favore della società nordamericana Global MED, con sede legale in Colorado, USA. La ricerca autorizza l’uso dell’air gun, ossia le bombe acustiche, che provocano danni ai fondali e alla fauna marina (in particolare ai cetacei): è il regalo di Luigi Di Maio alla Puglia e alla Basilicata dopo Ilva e le autorizzazioni alla Shell rilasciate dal Ministero dell’Ambiente. Dall’analisi del decreto che autorizza i tre permessi non risulta alcun riferimento ad alcuna valutazione di impatto ambientale. Cosa ha impedito al governo giallo-verde di varare una norma antitrivelle invece di tirare in ballo furbescamente la burocrazia?



Il governo Salvini-Di Maio se avesse voluto salvaguardare il mare italiano, con le legge di bilancio avrebbe potuto abrogare l’articolo 38 dello “sbloccaItalia” voluto da Renzi. Questa norma fra l’altro consente di unificare l’autorizzazione di ricerca con la concessione ad estrarre idrocarburi. Se venisse scovato l’oro nero nello Jonio, automaticamente la GlobalMed sarebbe autorizzata alle estrazioni. Peraltro, il 10 dicembre scorso il ministero dell’Ambiente sotto l’egida del ministro Costa, ha rilasciato in un solo giorno ben 18 pareri favorevoli (ottemperanze elargite all'ENI) alla ricerca di idrocarburi nel mare Adriatico. Per la cronaca documentata: c'è anche il via libera al Trans Adriatic Pipeline (26 novembre 2018). 


Il vocabolario Treccani parla chiaro:


«Rispettosa osservanza e applicazione pratica di quanto è stabilito da un’autorità o imposto come obbligo; si usa quasi esclusivam. nel linguaggio burocr., nella locuz. in ottemperanza a (in o. alle disposizioni, alle leggi, al decreto, e simili). In diritto, giudizio di ottemperanza, quello diretto a ottenere l’adempimento, da parte dell’autorità amministrativa, dell’obbligo di conformarsi, per ciò che riguarda il caso deciso, al giudicato del tribunale».

Eppure nel cosiddetto “programma sull’ambiente” dei 5 stelle, figura un capitolo intitolato “Stop alle trivellazioni”. Insomma, propaganda per carpire i voti degli "italidioti".

Il professor Paolo Maddalena, vice presidente emerito della Corte costituzionale non risparmia la critica costruttiva:
 

«Il Movimento 5 Stelle deve finirla di diffondere errori giuridici per giustificare la sua azione contro l’ambiente. Non è affatto vero che un nuovo governo è tenuto a rispettare gli impegni presi dal precedente. Anzi lo stesso Governo può modificare i propri provvedimenti se questi si rivelino contrari agli interessi del popolo (ius poenitendi della P.A.). Nel caso delle trivelle si tratta di un indegno errore politico-giuridico del governo Renzi, che arreca danni enormi alla vita biologica del mare e all’economia italiana. L’attuale Governo ha il dovere di intervenire immediatamente per impedire questo scempio. Il ministro dell’ambiente Costa non può neppure lui nascondersi dietro alchimie logico-giuridiche. Ai sensi degli articoli 309 e seguenti del decreto legislativo numero 152 del 2006 egli è tenuto a emettere le ordinanze di precauzione e di ripristino con assoluta immediatezza. Secondo il codice dell’ambiente gli ulteriori danni ambientali dovuto a ritardi a lui imputabili implicano la sua personale responsabilità patrimoniale».


Riferimenti: