23.6.18

SCIE BELLICHE...


Campobasso - foto Lannes (tutti i diritti riservati)

di Gianni Lannes

L'Europa assomiglia sempre più ad una gigantesca camera a gas, insomma cielo offuscato dalla NATO, a cui il nuovo governo Salvimaio ha confermato fedeltà. Va in onda la guerra ambientale, non convenzionale e non dichiarata vietata dalla Convenzione Enmod dell’Onu (risalente al 1978) ratificata dalla legge italiana 962 del 1980, a firma del presidente della repubblica Sandro Pertini. Pensate solo per un attimo al crescente bombardamento elettromagnetico indotto dall’uomo, e al conseguente inquinamento dell'aria in seguito al rilascio ormai continuo di sostanze aerodisperse sui centri abitati. Tempo fa ho coniato un neologismo: aerosolchemioterapia bellica. 

“Non esistono più le mezze stagioni”: è una frase fatta, anzi un tormentone divenuto luogo comune. Eppure la locuzione cela una verità scientifica. E lo sappiamo quasi tutti benissimo, solo che facciamo finta di ignorarlo, salvo imprecare quando si verificano - come da copione bellico - disastri ambientali.

I mutamenti climatici indotti dall’uomo, in primo luogo negli anni ’50 con i primi esperimenti nucleari, sono la spada di Damocle che incombe sul nostro presente inficiandolo, ma al contempo pregiudica anche il futuro. Il raporto dell’US Air Force del 1996, parla chiaro: 2la conquista del clima entro il 2025”. Questa data è ormai dietro l’angolo.

La gente è spaventata, e così tende a rimuovere i problemi, a non riflettere, soprattutto a non pensare, a distrarsi continuamente. Uno scrittore, però, scrive quando quello che ha in testa , ovvero che si agita nella realtà sociale, diventa la quotidianità. Sono proprio i bambini, perché gli adulti codardi si fingono ciechi, a parlarmi dei tanti aerei che ininterrottamente ronzano sulle nostre teste a spargere veleni. Basta etichettare chi vede nel cielo le “scie belliche” - parte di un programma di guerra vietata almeno sulla carta dall’ONU - come un eretico, per neutralizzare una scomoda verità divenuta un tabù. Ma il trucchetto si è ormai inceppato.

Oggi nel mondo - secondo stime delle Nazioni Unite - ci sono 65 milioni e passa di profughi climatici, ma nessuno ne parla seriamente, andando alla radice del dramma. Pensiamo alla guerra in Siria: i mass media non dicono come è spuntata, e cioè il fatto che tra il 2000 e il 2011nella culla della civiltà, il bacino tra il Tigri e l’Eufrate si è verificata una siccità mai registrata prima dall’uomo. Di conseguenza migliaia di esseri umani si sono inurbati verso Aleppo. Il resto è cronaca dei nostri giorni.

Non esiste un problema più globale del cambiamento climatico. E fino a quando non avremo compreso ciò in pieno, non riusciremo ad arginare quello che sta accadendo secondo una regia militare ormai palese. Occorrono interventi radicali non palliativi, bisogna sgretolare i dogmi.

Riferimenti:

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/2017/03/inquinamento-dellaria-21-mila-morti-in.html 

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=enmod