BIOGRAFIA

9.5.18

ALDO MORO: LA LEZIONE!

Il corpo senza vita di Aldo Moro a Roma in via Caetani (9 maggio 1978)

di Gianni Lannes

L’idea di politica come servizio per l'Italia indipendente e sovrana: tutto il contrario del teatrino odierno - eterodiretto dall'estero - in salsa grullina, piddina, berlusconina e salvina. Governare vuol dire dare vita ad una nuova condizione umana. Moro ha esaltato la carica innovatrice soprattutto dei giovani. Moro parla all’oggi, scuote le coscienze per ricordare che occorre pensare concretamente ai giovani, sono loro il futuro.

La morte di Aldo Moro ci ha lasciati orfani di una possibilità di analisi politica e culturale di almeno 20 anni. 
 
Il 16 marzo 1978 frequentavo la scuola media. Quel giorno di 40 anni fa, hanno annichilito la giovinezza di un’intera generazione. Rileggendo le lettere di Moro sono rimasto colpito dal fatto che le ultime parole da lui scritte siano state “luce" e “bellissimo”. Anche questa è una lezione. L’ultima lettera, infatti, termina con un’opportunità: “se ci fosse luce, sarebbe bellissimo”. Era talmente intenso il rapporto che Moro aveva intessuto con i suoi studenti all’Università La Sapienza di Roma, che indirizzò a loro una sua lettera dalla prigionia brigatista, porgendo loro il suo saluto affettuoso ed il rammarico di non poter andare oltre nel corso.

Quale insegnamento può lasciare Moro ai giovani di oggi? La mitezza: una lezione molto importante. Perché è la capacità di ascoltare gli altri, facendo in modo che il tuo pensiero nasca da ciò che tu hai ascoltato. Ora i politicanti italidioti aspettano che l’altro finisca di parlare, senza neanche ascoltare, solo per replicare con chiacchiere vuote e preconfezionate.

RIFERIMENTI:

https://sulatestagiannilannes.blogspot.it/search?q=MORO