BIOGRAFIA

25.10.17

VACCINI OBBLIGATORI: GOVERNO E PARLAMENTO FUORILEGGE



 
Almeno in Italia la tecnocrazia ha sostituito la democrazia: lo Stato tricolore tutela la salute delle multinazionali farmaceutiche. Un Parlamento ed un esecutivo illegittimi possono varare una legge per l’obbligatorietà vaccinale, o addirittura una nuova legge elettorale (Rosatellum 2) pur non avendo i requisiti legittimi di status politico ed istituzionale? Nei ricorsi in discussione alla Corte costituzionale il 21 novembre prossimo, gli avvocati preposti hanno concretamente preso in esame e riportato all’attenzione della Consulta questo aspetto fondamentale? Peraltro, in punta di diritto, il decreto legge 73 del 7 giugno 2017 è stato trasmesso con un giorno di ritardo al Senato (attestato sulla Gazzetta Ufficiale), in palese violazione di quanto disposto espressamente dall'articolo 77 della Costituzione. Perché introdurre nel corpo sostanze estranee all'organismo umano?




Nel 2014 sia la Consulta (pronunciamento numero 1) sia la Corte di Cassazione (sentenza 4 aprile 2014, numero 8878 della I sezione civile) hanno riconosciuto l’incostituzionalità della legge elettorale 21 dicembre 2005, numero 270. Tale norma - il  pilastro della democrazia - con cui si forma la rappresentatività democratica, era ed è assolutamente fuorilegge. Non si tratta di una legge qualunque, bensì della norma che fissa la rappresentatività elettorale, un tassello fondamentale dello Stato di diritto. Ebbene soltanto a seguito della denuncia documentata di 27 cittadini italiani, il caso è stato preso in esame dai giudici supremi.
 
Piero Alberto Capostosti, presidente emerito della Corte costituzionale, in una intervista pubblica al giornale Qn, ha detto:

«Dal giorno dopo la pubblicazione della sentenza, questo Parlamento è esautorato perché eletto in base a una legge dichiarata incostituzionale. Quindi non potrà più fare niente, e questo è drammatico».

Il 4 dicembre 2013 la Corte Costituzionale ha attestato l'incostituzionalità della legge in riferimento al premio di maggioranza assegnato e all'impossibilità per l'elettore di fornire una preferenza, sfornando un comunicato stampa  intitolato non a caso “Incostituzionalità della Legge elettorale n. 270/2005” si legge testualmente:

«La Corte costituzionale ha dichiarato l’illegittimità costituzionale delle norme della legge n. 270/2005 che prevedono l’assegnazione di un premio di maggioranza - sia per la Camera dei Deputati che per il Senato della Repubblica – alla lista o alla coalizione di liste che abbiano ottenuto il maggior numero di voti e che non abbiano conseguito, almeno, alla Camera, 340 seggi e, al Senato, il 55% dei seggi assegnati a ciascuna Regione.La Corte ha altresì dichiarato l’illegittimità costituzionale delle norme che stabiliscono la presentazione di liste elettorali “bloccate”, nella parte in cui non consentono all’elettore di esprimere una preferenza. Le motivazioni saranno rese note con la pubblicazione della sentenza, che avrà luogo nelle prossime settimane e dalla quale dipende la decorrenza dei relativi effetti giuridici».

Com’è noto a chi ha studiato all’università un minimo di giurisprudenza, o comunque sa leggere e comprendere il senso della meravigliosa lingua italiana, la legge incostituzionale cessa di avere efficacia dal giorno successivo alla pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale. Così almeno fino a prova contraria, attesta l’articolo 136 della Costituzione repubblicana, disponendo un effetto di tipo generale.

Quanto alle conseguenze in proposito, ecco cosa argomenta il professor Gustavo Zagrebelsky, costituzionalista di chiara fama, in una sua pubblicazione (La giurisdizione costituzionale, pagine 763-802, in: AA., VV., Manuale di diritto pubblico, Il Mulino, Bologna, 1984) argomentando l’effetto di retroattività di una legge incostituzionale, a maggior ragione se alla base della rappresentanza politica in uno Stato di diritto:

«L'adozione del sistema di instaurazione incidentale ha reso insomma insostenibile la previsione degli effetti dell'incostituzionalità fatta nell'articolo 136, ponendo le premesse per il riconoscimento di una efficacia retroattiva delle decisioni di incostituzionalità. La formula costituzionale è stata allora modificata nell'articolo 30 della legge numero 87/1953, là dove si dice che dal giorno successivo alla pubblicazione, la legge dichiarata incostituzionale non può più avere applicazione da parte di nessuno. Sulla base di questo meccanismo, la dichiarazione di incostituzionalità, concepita originariamente come una sorta di abrogazione pro futuro, opera invece come annullamento con effetti retroattivi...».

Se la legge elettorale è illegittima, allora il Parlamento è abusivo, le decisioni parlamentari non sono valide, le sue nomine nulle, il presidente della Repubblica è così esautorato, le sue nomine sono da annullare, sono legittimi e ammissibili tutti i ricorsi che ogni cittadino o associazioni può avanzare anche contro gli atti dei precedenti Parlamenti eletti sempre con il porcellum, ovvero sarebbe da ritenersi completamente illegittimo tutto l'operato delle ultime tre legislature e di 7 governi (Berlusconi, Prodi, Berlusconi, Monti, Letta, Renzi, Gentiloni).

 Il 13 gennaio 2014 la Corte costituzionale ha depositato le seguenti motivazioni:

«... Le elezioni che si sono svolte in applicazione anche delle norme elettorali dichiarate costituzionalmente illegittime costituiscono, in definitiva, e con ogni evidenza, un fatto concluso, posto che il processo di composizione delle Camere si compie con la proclamazione degli eletti. Del pari, non sono riguardati gli atti che le Camere adotteranno prima che si svolgano nuove consultazioni elettorali...».

La Consulta ha stabilito l’incostituzionalità della legge elettorale 270 del 2005 con cui sono stati illegittimamente imbastiti ben 7 governi e 3 legislature. Ragion per cui il Parlamento e il capo dello Stato sono abusivi. Infatti, la sentenza 8878/14 della Cassazione Civile (sezione I) ha riconosciuto che gli elettori non hanno potuto esercitare il diritto di voto. Dal Porcellum all’Italicum sempre di illegalità si tratta. Già, ma chi se n’è accorto? La legge non è uguale per tutti. Il punto è che l’alta magistratura (nominata in parte dal potere politico) non trae le conseguenze. Se gli organi politici dello Stato di diritto violano la legge fondamentale della rappresentanza democratica, devono essere istantaneamente allontanati dai vertici istituzionali, non possono dettare nuove regole, non hanno l’autorità morale per farlo. L'abuso non è stato sanato, più di tutto non può essere aggiustato dagli stessi stupratori a piede libero della Costituzione. Oltre al diritto, se si fa finta di niente, si violenta la logica e la morale. E l'Italia così è passata da culla del diritto a tomba della giustizia.

Gli avvocati Aldo Bozzi e Claudio Tani, in una lettera al presidente della Repubblica, hanno scritto chiaro e tondo: 

«Vorremmo attirare la Sua attenzione sulla importantissima recente sentenza pronunciata dalla Corte di Cassazione, n. 8878/14 del 4 aprile 2014, nella quale, con l’efficacia del “giudicato erga omnes ” è stato accertato e dichiarato che “…i cittadini elettori non hanno potuto esercitare il diritto di voto personale, eguale, libero e diretto secondo il paradigma costituzionale, per la oggettiva e grave alterazione della rappresentanza democratica, a causa del meccanismo di traduzione dei voti in seggi, intrinsecamente alterato dal premio di maggioranza disegnato dal legislatore del 2005, e a causa della impossibilità per i cittadini elettori di scegliere i propri rappresentanti in Parlamento. Il principio di continuità dello Stato non può legittimare fino alla fine della legislatura le Camere elette in violazione della libertà di voto e che sono il frutto della grave ferita inferta “alla logica della rappresentanza consegnata dalla Costituzione».

Nel 2014 Napolitano avrebbe dovuto sciogliere le Camere, invece piazzò Renzi a Palazzo Chigi senza passare per le urne elettorali. L’attuale Parlamento, in conclusione, secondo i predetti legali «non ha alcuna legittimazione democratica per apportare modifiche alla vigente Costituzione, né per modificare la legge elettorale risultante dalla sentenza n. 1/2014 della Corte Costituzionale, né per fare altro e ciò che ha approvato è nullo. Auspichiamo, pertanto, che Lei, preso atto dell’ineludibile giudicato e dell’obbligo giuridico di darvi pronta attuazione, promuova gli atti necessari affinché il Popolo Italiano sia finalmente messo in grado di esercitare il diritto di voto personale, eguale, libero e diretto secondo il paradigma costituzionale».

La Corte costituzionale è composta da quindici giudici, nominati per un terzo ciascuno dal presidente della Repubblica, dal Parlamento e dai giudici delle supreme magistrature. Uno degli ultimi arrivati nel 2014  è stato Giuliano Amato, già presidente del consiglio dei ministri e pensionato d'oro. Nel 2014 l’attuale inquilino del Quirinale, sedeva nei banchi della Consulta. Lo stesso Sergio Mattarella da presidente della Repubblica il 7 giugno 2017 ha emanato il decreto legge (Lorenzin) sull’obbligo vaccinale coercitivo con ben 12 vaccini obbligatori, in seguito scontati a 10 obbligatori e 4 facoltativi con la legge 119 del 31 luglio 2017.

Sul piano giuridico, ossia in punta di diritto ne discende che tutti gli atti legislativi varati da ben cinque governi nel corso di tre legislature (XV, XVI, XVII) sono nulli, ossia non validi. Se poi il diritto costituzionale è diventato carta straccia è un altro discorso, ma le conseguenze sarebbero travolgenti se pensiamo soltanto ai danni economici e civili. La legge è o non è uguale per tutti? Perché, se ora in questo caso non sarà rispettata la legalità, allora ognuno sarà legittimato a farsi finalmente giustizia. E si ripiomberà nella barbarie (non che adesso sia tanto diverso).

Il problema è che il livello culturale italiano è attualmente sotto terra. Secondo l’Istat "il 54,7 per cento - ossia la maggioranza del popolo tricolore - non legge un libro all’anno". E 4 su 5 si informano dai telegiornali, mentre il 45 per cento vanta un titolo di studio di scuola media inferiore. Certo i titoli di studio non sono tutto, la cultura è altra cosa. Ma a parte il dettaglio, quello che preoccupa maggiormente è la lobotomia sociale in atto da decenni, che ha divorato gli anticorpi intellettivi. E' scontato che dopo tutto questo sfacelo condito dall'analfabetismo di ritorno (funzionale) lo Stivale è il fanalino di coda del mondo in quanto a libertà di espressione.

Ormai sopravviviamo in una nazione brutale e arrogante - eterodiretta dagli interessi speculativi stranieri - che pur di arrivare ai propri scopi, è disposta a violentare vite umane senza scrupolo alcuno.

Eppure, l’articolo 1 della Costituzione repubblicana italiana stabilisce senza equivoco:

«La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione».

Il popolo italiano sovrano sarà capace di costituire democraticamente un comitato di liberazione nazionale che dia respiro ad una nuova Costituente e assicuri all'Italia libertà e sovranità?

Riferimenti:







http://www.cortecostituzionale.it /schedaUltimoDeposito.do;jsessionid=25337AE55E1717D7D54E971810F7B445



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