17.10.16

FINE DELL’UMANITA’?

di Gianni Lannes

La Via Lattea, vale  dire la nostra Galassia, contiene da 200 a 400 miliardi di stelle come il Sole. Nell’universo osservabile  sono presenti più di 100 miliardi di galassie. E’ mai possibile che siamo soli nell’universo? Il problema cruciale dell’umanità è però un altro, non quello della sua origine, quanto piuttosto della fine cui il sistema di sfruttamento della natura e degli umani sta precipitando Gaia. La pena che attualmente si profila è l’estinzione, se non si passerà dal paradigma economico a quello etico.

La Terra è un pianeta finito, e non può esserci matematicamente una crescita infinita su un pianeta finito. Una crescita economica infinita del prodotto interno lordo non può realizzarsi su un pianeta dalle risorse limitate. Se si sfrutta troppo il territorio, contaminando l’acqua e inquinando l’aria alterando il clima, di fatto si rapinano le future generazioni del diritto di esistere. Gli esseri umani non hanno alcun debito economico , ma soltanto un debito ecologico con Gaia. Non è una convenzione: il denaro è proprio carta straccia.
Il progresso reale (e non lo sviluppo) si misura dal rispetto di tutti gli esseri viventi e dalla salvaguardia concreta dell’ambiente. Dall’educazione dei bambini e dalla giustizia sociale dipende la qualità del futuro.
Però, per dirla con Gianni Rodari: «E’ inutile parlare di libertà ad uno schiavo che pensa di essere un uomo libero». La prima rivoluzione è interiore.

3 commenti:

  1. "La terra: non l'abbiamo in eredità dai nostri padri, ma in affitto dai nostri figli"
    (proverbio indiano)
    meditare questo prima e dopo i pasti

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  2. La crescita e la competizione, prerogative indotte da questo sistema neoliberista, sono paradigmi superabili solo se si acquisisce la consapevolezza che, il cambiamento interiore, necessario, ma non sufficiente, deve essere accompagnato alla revoca, prima possibile, del monopolio ad opera di privati, dell'emissione monetaria a debito, in favore della creazione monopolistica del denaro, ad opera degli Stati, a CREDITO, SENZA INTERESSI, in nome e per conto dei suoi cittadini ed in parte assegnato individualmente, come reddito incondizionato di esistenza, dalla nascita alla morte. Poi si potrà parlare di bene comune - di principi etici e non predatori - di cooperazione in luogo della competizione - di energia libera e non inquinante - di preservare la salute ed il benessere, invece che curare malattie indotte - di investimenti ed infrastrutture di pubblica utilità ecc. ecc. ...Di tutte queste cose, a chi crea e possiede tutto il denaro del mondo e lo presta ad interessi, rendendone impossibile la restituzione, se ne fà un baffo, poichè ci tiene per "le palle" con il debito, obbligandoci alla competizione per sopravvivere.

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  3. La terra è il bene, la casa di tutte le creature che ci vivono. E' un dono, non sappiamo di chi e forse non lo sapremo mai. In essa sono stipate le risorse perché le creature possano sopravvivere nel tempo che a questa casa sia stato destinato prima di crollare sprofondando nel baratro, portandosi dietro ogni cosa. Chiaro che lo sfruttamento e l'incuria irresponsabili delle risorse, non farebbero altro che accelerarne il crollo. La responsabilità di un tale evento ricade soprattutto sulle creature più dotate di buon senso o che dovrebbero essere tali. E' come se in una famiglia, la persona a cui viene affidata la chiave di casa, se ne vada lasciando la porta aperta. Questi, prima possibile dovranno stabilire che ciò non sia consentito perché un bel giorno entreranno i ladri portando via ogni cosa, magari dandole anche fuoco distruggendola.

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