1.9.16

MAR BALTICO: UNA DISCARICA BELLICA ALLEATA!






 di Gianni Lannes

In Italia per l’Adriatico e il Tirreno, dove i militari anglo-americani nel 1945-1946 hanno scaricato migliaia di ordigni chimici, vietati dal Protocollo di Ginevra del 1925, con gravissime conseguenze sanitarie ed ambientali, certificate dall'Icram nel 2003, non vi è alcuna attenzione istituzionale, né degli europarlamentari nostrani né ovviamente dell’Unione europea, tantomeno del governo eterodiretto dell'ineletto Renzi. Tuttavia, per altre gravi situazioni all'estero qualcosa si muove. L’interrogazione europarlamentare E-000635-16 del 27 gennaio 2016 recita:     

«In seguito al disarmo e alla demilitarizzazione della Germania al termine della seconda guerra mondiale, gli alleati hanno provveduto allo smaltimento degli agenti di guerra chimica prevalentemente sversandoli nel Mar Baltico. Tra le sostanze sversate vi sono agenti vescicanti quali l'iprite e composti dell'arsenico (ad esempio l'adamsite), l'agente con azione ematica acido cianidrico (Zyklon B) e agenti nervini (sarin e tabun). La Commissione di Helsinki riferisce che vi sono almeno 50 000 tonnellate di munizioni chimiche sommerse nel Mar Baltico, tra cui granate d'artiglieria, bombe aeree e contenitori con all'interno 15 000 tonnellate di agenti di guerra chimica. Inoltre, recenti ricerche condotte nell'ambito del progetto CHEMSEA hanno individuato prove dell'esistenza di siti di sversamento non ufficiali in due diversi luoghi. A causa di tali siti di sversamento non ufficiali, del maggiore sfruttamento del Mar Baltico e dell'imprevedibilità della corrosione e delle perdite, gli agenti di guerra chimica sversati hanno già causato e continueranno a causare numerosi incidenti.
Considerato l'aumento del rischio che esseri umani, flora e fauna siano esposti a tali agenti pericolosi e le relative conseguenze per l'UE, la Commissione è invitata a rispondere alle seguenti domande:
1. Intende la Commissione intervenire per circoscrivere la contaminazione del Mar Baltico causata dagli agenti di guerra chimica?
2. Sarebbe possibile elaborare una proposta legislativa che affronti la questione?».
 
Risposta della Vicepresidente Mogherini a nome della Commissione (13 maggio 2016):
«All'interno della Commissione di Helsinki (HELCOM), l'organo direttivo della Convenzione regionale sulla protezione dell'ambiente marino della zona del mar Baltico, è stato istituito un gruppo di lavoro (cosiddetto «HELCOM Sumerged») che si occupa delle munizioni chimiche scaricate in mare. L'UE è una delle parti contraenti della convenzione di Helsinki e assumerà la presidenza di turno dell'HELCOM dal 2016 al 2018. La Commissione sostiene le attività dell'HELCOM in quest'ambito attraverso il programma INTERREG per la regione del mar Baltico e la strategia dell'UE per la regione del mar Baltico (SUERMB), ove l'unità «Hazards» coordina le attività di cooperazione nel Baltico per mitigare la contaminazione storica nella regione e porvi rimedio. Ne è un esempio il progetto CHEMSEA (Chemical Munitions Search and Assessment)(1), un progetto faro della strategia SUERMB, che ha ricevuto finanziamenti dal programma INTERREG per la regione del mar Baltico. Il progetto di follow-up DAIMON ha beneficiato del finanziamento del nuovo programma INTERREG per la regione del mar Baltico e ha chiesto la qualifica di programma faro. I servizi della Commissione e il Servizio europeo per l'azione esterna (SEAE) sono inoltre parti del partenariato ambientale per la dimensione settentrionale (NDEP). Per i progetti riguardanti il mar Baltico, il NDEP collabora con l'HELCOM e lo scopo del suo piano d'azione per il mar Baltico è quello di smaltire i punti critici restanti. Per quanto riguarda la seconda domanda dell'onorevole deputato, la Commissione non intende presentare una proposta legislativa. Tuttavia, gli Stati membri hanno l'obbligo di conseguire un buono stato ecologico dell'ambiente marino entro il 2020 nel rispetto della direttiva quadro sulla strategia per l'ambiente marino(2)».

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