BIOGRAFIA

22.8.16

GRAN SASSO: UN TRAFORO PERICOLOSO





di Gianni Lannes


Il traforo del Gran Sasso è un tunnel stradale, costituito da due gallerie separate ciascuna a due corsie e a senso unico di circolazione, che attraversa per 10 chilometri e 172 metri gli Appennini sotto il massiccio del Gran Sasso, in Abruzzo. Fa parte dell'autostrada A24 che collega Roma al mare Adriatico passando per L'Aquila e Teramo. E’ tuttora utilizzato come via di accesso ai laboratori sotterranei (a 1.000 metri di profondità) dell'Istituto nazionale di fisica nucleare. L'ingresso stradale alla struttura sotterranea avviene attraverso una delle due carreggiate; questa tratta, che rappresenta una tra le più lunghe esistenti, è priva di copertura telefonica in quanto non sono stati né posizionati né installati ripetitori di campi elettromagnetici e telefonici; le colonnine telefoniche di telesoccorso, dislocate lungo la carreggiata, spesso non funzionano e ciò impedisce di appellarsi alle forze dell'ordine o agli organi preposti all'assistenza stradale in caso di emergenze che potrebbero verificarsi in un qualsiasi momento. L'intera tratta è sprovvista di corsia di emergenza. Si attende una strage umana per metterlo in sicurezza.


Il 15 settembre 1970, durante l'esecuzione dei lavori di scavo, la grande talpa escavatrice bucò l'enorme serbatoio sotterraneo di acqua presente nelle viscere della montagna.   Quando la "talpa" bucò il serbatoio sotterraneo, alto 600 m, un getto di acqua e fango dalla pressione di circa 20 atmosfere travolse ogni cosa. La parte bassa della città di Assergi fu allagata, costringendo a una evacuazione, e il corso di molte sorgenti fu compromesso. Complessivamente nella realizzazione dell'opera, costata negli anni settanta 2 mila miliardi di lire, persero la vita 11 persone, il livello della falda acquifera si abbassò di 600 metri e la portata delle sorgenti del Rio Arno e del Chiarino fu quasi dimezzata.
Nel 2002, l'allora ministro Lunardi, quello favorevole alla convivenza "stato&mafia", voleva scavare una terza galleria, ma per fortuna il folle progetto naufragò. Non è dato sapere quali siano stati gli effetti del terremoto - innscato dalla mano dell'uomo - che il 6 aprile 2009 causò la morte di 309 persone a L'Aquila. Proprio nel parco nazionale del Gran Sasso, vanno in onda periodicamente esercitazioni di guerra fuori dal controllo civile.


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