BIOGRAFIA

7.7.16

QUEL RAPPORTO SEGRETO DEL SISMI E LA BERETTA CHE HA UCCISO MORO




di Gianni Lannes

E’ un documento del 18 febbraio 1978 indirizzato al ministro dell’Interno Cossiga, che annuncia in Italia «un’operazione terroristica di notevole portata».
E nel mare vorticoso di carte sul caso irrisolto dell’assassinio di Aldo Moro, affiora un singolare rapporto datato 14 aprile 1979, firmato dagli ufficiali dei carabinieri Mario Mori e Antonio Cornacchia. La predetta relazione fa riferimento all’uso per l’omicidio dello statista di una pistola Beretta, di 11 colpi calibro 7,65 e un proiettile calibro 9.

L'arma del delitto è, infatti, una Beretta bifilare a canna lunga con un caricatore da 14 colpi (13 più uno in canna) e un silenziatore. Un’ arma particolare, in dotazione allora soltanto ai servizi di sicurezza e a corpi speciali. L'arma per uccidere Moro non sarebbe un mitra Skorpion come hanno sempre sostenuto, mentendo i brigatisti rossi (condannati all'ergastolo ma incredibilmente liberi dopo la trattativa con lo Stato tricolore), perché le sue caratteristiche sono ampiamente difformi da quelle indicate dalle perizie tecniche.

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