24.4.16

NON VIVO IN UNA BOLLA





di Gianni Lannes

Non è un romanzo, ma una storia vera che si legge tutta d’un fiato, narrata da una mamma. L’autrice, Federica Santi, è la madre di Nicola ed Enrico, due pargoli venuti al mondo nel 2010 e nel 2012.

«Ho vissuto la gioia della maternità in totale spensieratezza sino al giorno in cui, in una stanza sterile e priva di calore umano, un camice bianco ha presentato alla mia famiglia quello che, da quel momento in poi, sarebbe divenuto un indesiderato compagno di vita: l’autismo».

Il libro è stato autoprodotto, perché gli editori italiani su questa materia incandescente (la nemesi medica) su cui predominano gli interessi mafiosi e speculativi di big pharma (in primis Glaxo Smith and Kline) che foraggiano i controllori statali, se la fanno sotto. Altro che impegno civile a parole, anzi a chiacchiere morte. L’argomento è un tabù sociale: i danni provocati dalla somministrazione di vaccini in tenera età, per sodddisfare il mero profitto economico. L'autismo, purtroppo, è un  fenomeno in aumento esponenziale, su cui la letteratura scientifica (in lingua inglese) è chilometrica; altro che cause genetiche. Eppure, nel belpaese camici bianchi ed istituzioni sanitarie seguitano a far finta di niente, avvelenando i bimbi impunemente.

Scrive Federica: «Desidero condividere con te la mia storia perché sento la necessità di raccontare una verità che sta venendo a galla in modo sempre più allarmante, ma che in molti si rifiutano di osservare e, ancor peggio, altri cercano addirittura di occultare... la mia domanda è chiara e netta: come si può comprendere senza vivere la situazione sulla propria pelle?... L’inesperienza e la cieca fiducia nel sistema sanitario nazionale ci ha condotti a proseguire in maniera precisa e meticolosa con il prescritto calendario vaccinale, supervisionati da una compiaciuta pediatra secondo la quale, nonostante quanto accaduto a Nicola, continua ancor oggi a sostenere (con una certa aggressività) che non esistano né mai esisteranno valide ricerche scientifiche a supporto della correlazione fra vaccini ed autismo. L’ultimo vaccino somministrato a Nicola è stato quello che, in sostanza, gli ha dato il “colpo di grazia”. Vaccino trivalente MPR (morbillo, parotite, rosolia). A dodici mesi di vita. Ma gli esiti di questa nefasta iniezione non si sono fatti sentire immediatamente. Han “lavorato sottobanco”, goccia su goccia, fino a quando il vaso è rovinosamente straripato e il disturbo dello spettro autistico ha bussato alla nostra porta. Non avevamo ancora compreso il pericolo vaccino».

Ma non tutto è perduto. Rivela questa mamma: «Abbiamo cominciato a dubitare….Per la mia famiglia invece divenire consapevoli dell’esistenza di una strada alternativa a quella inizialmente suggerita è stato motivo di rinascita. Di rinnovata speranza… Come pensi possano comportarsi due genitori dopo aver appreso che in realtà le cause dell’autismo raramente sono di natura genetica e ben più spesso invece di origine iatrogena (e/o ambientale)? Cosa credi desiderino fare dopo aver scoperto che dall’autismo, da quello che viene spacciato per “bolla di isolamento”, in realtà si può uscire? … Ho imparato che lo strumento più importante del quale disponiamo per impedire di essere calpestati è la conoscenza».

Insomma, sulla pelle dei più indifesi, di esseri umani inermi usati come cavie. Non è stata una lettura distensiva, ma la consiglio a chi non si accontenta delle verità ufficiali. Questo non certo per lo stile o la qualità della scrittura. Al contrario il libro è scritto ottimamente, è una testimonianza di buon livello, sa tenere il lettore inchiodato alla pagina. Il senso di disagio, di dolore, che esso crea è tutto negli eventi di cui parla. I bambini autistici, sia ben chiaro, non sono handicappati senza speranza. L'autismo non è una disabilità, bensì una diversa abilità. Questo volume ci ricorda pure che ogni individuo è unico e ineguagliabile. Questo libro narra il dramma solitario di una famiglia, e di due genitori costretti a difendersi dalle istituzioni. Può capitare a chiunque: non siamo isole.

Sono fatti terribili: una violenza istituzionale, che le cronache evitano di raccontare. Forse per questo abbiamo finito per assuefarci, o forse è per anestetizzarci contro l’assurdità di queste tragedie e la gente si rifugia nell’indifferenza. Nemmeno cerchiamo di capire chi sono i protagonisti di questi drammi, di sapere qualcosa delle loro esperienze umane. Così, chiudendoci nel disinteresse generale ci illudiamo di aver risolto il problema. Il libro di tutto questo parla senza retorica, senza inutili enfasi, senza polemiche. Informa, racconta una storia autentica, un’esperienza familiare diretta. E’ una testimonianza, non ha altro scopo se non quello di rappresentare la realtà e di porci di fronte all’alternativa fondamentale: vedere, non vedere. Se scegliamo di vedere la nostra indifferenza ne è inevitabilmente scossa, perché capiamo che il problema c’è, e ci riguarda da vicino. Anzi, il problema siamo proprio noi, il modo in cui sapremo rispondere a questa sfida. 

I libri significativi non sempre sono amichevoli, più spesso sono fonte di inquietudine, di turbamento perché incrinano le nostre "certezze", anzi disintegrano i luoghi comuni, spesso evidenziano l'arrogante analfabetismo funzionale dei camici bianchi. E’ il caso di Non vivo in una bolla e, proprio per questo, penso che meriti la riconoscenza dei lettori.

Post scriptum

Chi vuole acquistare questo libro può rivolgersi direttamente a Federica Santi, poiché il volume non si trova nelle librerie, ma è la stessa autrice ad occuparsi personalmente della sua distribuzione:
   federicasanti80@gmail.com https://dazeroa100anni.com/2016/04/ 

2 commenti:

  1. Colpevoli sono ANCHE i media di regime che quando c è un calo di vaccinazioni, cominciano con il terrorizzare i genitori sui "pericoli" imminenti per la "salute" dei loro pargoli! Bambini che appena mettono naso in questo non più bel mondo, vengono inondati di vaccini e poi avvelenati da operazioni aeree civil/militari intenzionali a circa 2500 mt di altitudine. Questo è "l amore" per i bambini tanto pavoneggiato dai media di regime? E poi un PAPA nero (altro colpevole) che non ha nulla a che fare con la figura di Cristo; un papaccio muto che NON PARLA, NON FIATA: un nuovo ERODE! Andasse, una buona volta, a leggere il VANGELO!!

    RispondiElimina
  2. Federica Santi una mamma coraggiosa una donna guerriera che combatte un' istituzione malata, quella dei profitti illeciti derivati dalla mafiosa gestione della sanità pubblica da parte di coloro che dovrebbero garantirla come un servizio trasparente per tutti i cittadini. Una denuncia un grido per le menti anestetizzate e indifferenti di coloro disinteressati alla conoscenza e che vivono assecondando solo la loro parte animale umana, quella che si alimenta respira e compie pochi altri atti fisiologici necessari per la sopravvivenza, delegando ad altri le responsabilità e scelte per la propria vita

    RispondiElimina

Gradita firma degli utenti.