BIOGRAFIA

10.8.15

GUERRA AMBIENTALE VIETATA DALLA LEGGE ITALIANA 962 DEL 1980






di Gianni Lannes

La pericolosa realtà bellica è sotto gli occhi di tutti, basta aprirli. A parte l’odierna osservazione diretta del pericoloso fenomeno. Non è solo la Convenzione internazionale Enmod, promossa dalle Nazioni Unite il 10 dicembre 1976, a vietare l'uso delle forze di madre Natura per scatenare conflitti ambientali, e quindi, attualmente, l’aerosolchemioterapia bellica targata NATO, vale a dire l’irrorazione chimica del territorio abitato dagli esseri umani.


In Italia dal 3 febbraio 1981 è in vigore - e non è mai stata abrogata - la legge 29 novembre 1980 ("Ratifica ed esecuzione della convenzione sul divieto dell'uso di tecniche di modifica dell'ambiente a fini militari o ad ogni altro scopo ostile, con allegato, adottata a New York il 10 dicembre 1976 e aperta alla firma a Ginevra il 18 maggio 1977”), approvata a maggioranza dal Parlamento e promulgata dal presidente della Repubblica Sandro Pertini.

A rigor di logica, se il pericoloso fenomeno non esistesse, a livello nazionale e internazionale, non ci sarebbe stato bisogno in passato dei predetti atti ufficiali, nonché della Risoluzione Onu datata 1976, numero 31/72.  


Di conseguenza, chi oggi si agita per negare l’evidenza, merita soltanto di esser processato per concorso in strage. In poche parole: negazionisti dementi, ora zitti e muti per sempre! Il primo che bisogna portare alla sbarra in un’aula penale, è l’attuale primo ministro pro tempore, tale Matteo Renzi - imposto dal Napolitano ma non votato dal popolo sovrano - lo stesso che in una trasmissione Rai (Ballarò), ha minacciato di trattamento sanitario obbligatorio chi osa parlare di scie chimiche. E vanno destituiti i vertici dello Stato maggiore difesa ed aeronautica succubi di Washington.

Non è un caso se, l’articolo 2 delle legge 962/1980 stabilisce inequivocabilmente:

«E' fatto obbligo a chiunque spetti di osservarla e di farla osservare come legge dello Stato».

Adesso che sono stati definitivamente smascherati questi criminali in doppiopetto istituzionale da fantocci telecomandati dall’estero e quaquaraquà in divisa, occorre una mobilitazione popolare sulla base di una consapevolezza critica individuale. Non abbiamo che da perdere le catene imposte dai complottari senza attributi. Non siamo né sudditi né cavie. La libertà va conquistata, non lamentata. Su la testa!


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