16.6.15

CEMENTO A TUTTO SPIANO NEL GARGANO


  di Gianni Lannes


I soliti affaristi con codazzo di tecnici e miopi amministratori pubblici vorrebbero fagocitare una piccola cala dove la storia e la geologia si fondono armoniosamente fin dalla notte dei tempi. Ecco un’altra area naturale a rischio nella montagna del sole, dove gran parte dell’area costiera è stata privatizzata illecitamente, grazie alla tacita omertà della Capitaneria di Porto di Manfredonia, nonché alla connivenza affaristica degli enti locali.   

Nel nord del Gargano ricadente nell’agro di Vico del Gargano (area 2 del parco nazionale istituito nel 1991), c’è la baia di Calenella, tanto cara ad Andrea Pazienza, scampata miracolosamente alla speculazione edilizia, nonostante i furibondi tentativi di devastarla con il pretesto della cosiddetta “valorizzazione turistica”.

Ora i bonificatori della natura sono tornati alla carica. Infatti, nella nuova pianificazione urbanistica del comune vichese dove sono stati realizzati numerosissimi scempi impuniti, campeggia il progetto di un ennesimo mastodontico villaggio turistico. Proprio in loco, è stato previsto sul lato sinistro dell’insenatura marina, impedendo peraltro la visione del mare dall’entroterra, una gigantesca lottizzazione da 300 posti letto in costruzioni da un piano con un edificio centrale a due piani. La zona in attesa di cementificazione accelerata è a ridosso di due pregevoli siti archeologici noti dal secolo scorso e vincolati sulla carta: l’insediamento preistorico di Macchia di Mare di età neolitica, risalente al IV-III millennio avanti Cristo e la necropoli paleocristiana di Monte Pucci (Monte Orcio), su cui si staglia da ben 500 anni una torre di avvistamento costiero.

Quest’area candidata alla manomissione violenta, presenta un elevato rischio idrogeologico, poiché insiste nel cuore di una piana alluvionale ad elevato valore paesaggistico. L’ente parco attraverso il suo comitato tecnico ha espresso parere negativo sul piano urbanistico generale del Comune di Vico del Gargano, considerando anche che l’area ricade in zona 2 dell’area protetta; e preso atto della totale incompatibilità ed inadeguatezza degli interventi esaminati rispetto ai valori paesaggistici.
Inoltre, la piana di Calenella dove giunge al capolinea la ferrovia del Gargano, rappresenta una connessione naturale tra due colline su cui da una parte si staglia la pineta Marzini, vale a dire la più estesa pineta di  pino d’Aleppo d’Italia, già ferita più volte da incendi dolosi e cemento legalizzato illecitamente dalle autorità, e Monte Pucci più volte dilaniato dal fuoco assassino degli speculatori senza scrupoli.

Nessun sindaco e nessuna autorità hanno il diritto di distruggere un capolavoro della natura, che abbiamo invece il dovere di preservare per le generazioni future.


riferimenti:


http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/search?q=baia+campi 

http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/search?q=gargano 

http://www.corriere.it/ambiente/11_luglio_24/puglia-ecomostro-lannes_4ab40296-b602-11e0-b43a-390fb6586130.shtml 

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