13.5.15

MARI D’ITALIA: INQUINAMENTO E BANDIERE BLU TRUCCATE






 di Gianni Lannes

Mare Mediterraneo o Mar Morto, cioè defunto? L'ex mare nostrum è la discarica dell'Europa e degli Stati Uniti d'America. I mass media italidioti fanno a gara a chi la spara più grossa. Diamo un’occhiata alle menzogne che scrivono e ripetono all’unisono, anzi a reti unificate:

«Ecco le Bandiere Blu 2015, 280 spiagge al top. Sono 147 i Comuni virtuosi. “Regina” dell’estate la Liguria. Seguono Toscana e Marche. La “regina” della prossima estate è la Liguria, dove sventoleranno 23 Bandiere Blu. Sul podio delle spiagge migliori anche la Toscana con 18 località e le Marche con 17. Quarta la Campania con 14 bandiere, quinta la Puglia che arriva ad 11. In tutto nel nostro Paese potranno fregiarsi delle Bandiere Blu 2015 - il riconoscimento assegnato dalla Fee (Foundation for environmental education) - 280 spiagge al top per «l’eccellente» qualità delle acque (il 7% del totale di quelle premiate a livello internazionale) ma anche per altre qualità `green´, distribuite in 147 comuni rivieraschi, mentre 66 sono gli approdi turistici doc. La Bandiera Blu sventolerà, tra l’altro, su alcune spiagge a Lerici in Liguria, a Sabaudia e Ventotene, Forte dei Marmi, Venezia Lido, Cattolica in Emilia Romagna, Gabicce mare nelle Marche, Roseto degli Abruzzi, Anacapri, Positano, Castellabate, Pollica, Maratea, Polignano a mare, Otranto, Melendugno, Trebisacce in Calabria, Lipari, La Maddalena. Il vessillo viene assegnato in base a determinati criteri guidati dallo spirito “verde” che vanno «dall’assoluta validità delle acque di balneazione» (devono avere una qualità “eccellente”) all’efficienza della depurazione, dalla raccolta differenziata alle aree pedonali, piste ciclabili e spazi verdi, fino alla dotazione di tutti i servizi sulle spiagge. Doppia Bandiera Blu al Lago Maggiore ». 

Non bisogna necessariamente praticare immersioni subacquee per scoprire quale sia il livello di agonia di Adriatico, Jonio e Tirreno. Partiamo dall’inquinamento chimico, proveniente dagli insediamenti industriali e urbani, dalle piattaforme per lo sfruttamento degli idrocarburi e dalle numerose raffinerie di petrolio, nonché dalle attività belliche della NATO. Dunque, secondo l’ultimo rapporto di Legambiente (anno 2014): 

 «Mare avvelenato, un punto inquinato ogni 51 chilometri di costa. Diffusi i risultati delle analisi svolte dalla campagna Goletta Verde. Fuori legge il 55% dei 264 campioni prelevati. "Ma il portale del ministero è un bluff, comunica dati sballati". La situazione più critica lungo l'Adriatico centrale». Non è cosa da poco in considerazione degli 8 mila chilometri di costa dell’ex belpaese.

Basta scorre i dati ufficiali, a partire dalla Comunicazione della Commissione Europea del 28 marzo 2014 inerente l’ avviamento della procedura di infrazione 2014/2059 nei confronti dell’Italia (sull’attuazione della direttiva 1991/271/CEE concernente il trattamento delle acque reflue urbane) o prendere in considerazione la percentuale calcolata in rapporto al numero totale degli agglomerati per regione (fonte: Annuario dei dati ambientali 2013 – ISPRA) per capire il livello istituzionale di una gigantesca menzogna.

Se ancora non bastasse si può esaminare l’ultimo rapporto scientifico dell’Unep ossia dell’Onu sul livello di inquinamento del Mediterraneo, e di particolare dei mari nostrani, ed inoltre il rapporto di Greenpeace intitolato “Veleni a galla”.

Evidentemente la Foundation for Environmental Education deve essere abbastanza strabica oppure è tutta una truffa? Ecco, infatti cosa scrive la FEE: «La Bandiera Blu è un riconoscimento internazionale, istituito nel 1987 Anno europeo dell’Ambiente, che viene assegnato ogni anno in 48 paesi, inizialmente solo europei, più recentemente anche extra-europei, con il supporto e la partecipazione delle due agenzie dell'ONU: UNEP (Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente) e UNWTO (Organizzazione Mondiale del Turismo) con cui la FEE ha sottoscritto un Protocollo di partnership globale».  

Ma c’è di peggio: la contaminazione nucleare. E’ chiaro che se i controllori istituzionali non cercano ovviamente non trovano. Eppure, i rapporti ufficiali dell’IAEA attestano nel mar Ligure, come nel Tirreno, nello Jonio e nell’Adriatico, un inquinamento radioattivo da plutonio 239 e 240, nonché cesio 137, solo per citare i più pericolosi. I primi due radionuclidi artificiali vantano un’emivita di appena 24.400 anni. Senza contare le centinaia di navi dei veleni affondate dolosamente e le migliaia di container imbottiti di scorie micidiali, inabissati misteriosamente. Invece di correre ai ripari si fa finta di niente in attesa dell’ecatombe.


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