2.5.15

ITALIA: NUCLEARE DI MORTE E DI GUERRA





di Gianni Lannes


Un mare di plutonio 239 e 240, non solo in Adriatico, Jonio e Tirreno, ma anche sulla terraferma: nel suolo, e nell'aria e nell'acqua. Per volontà della White House, e della Banca Mondiale sono state imposte e realizzate in Italia ben 5 centrali nucleari anglo-americane, una addirittura militare (Pisa, 1960, Latina 1963, Sessa Aurunca 1964, Trino Vercellese 1965, Caorso 1970). Un altro impianto atomico era previsto a ridosso dei laghi Alimini nel Salento, e fu soltanto per l’opposizione di Aldo Moro che il folle progetto segreto non venne mai realizzato. La centrale di Borgo Sabotino funzionava col sistema inglese Magnox, sfornando plutonio. 




Ora, i documenti del Sipri (Stockholm International Peace Research Institute (Istituto Internazionale di Ricerche sulla Pace di Stoccolma), un istituto internazionale indipendente, attestano la produzione in Italia di migliaia di chilogrammi di plutonio. Per una bomba nucleare ne bastano 5 chili. Che fine ha fatto questa gigantesca quantità di materiale strategico prodotto in Italia, che pure ha sottoscritto nel 1968 il Trattato di non proliferazione nucleare (TNP)? L'affare del trasferimento in Irak di tecnologia nucleare italo-francese, in cambio di petrodollari, è il movente della strage di Ustica.

Un dato è certo: la produzione di energia elettrica era una copertura. A livello locale a spartirsi le briciole della torta atomica: Cnen (poi Enea), Ansaldo, Enel, Eni, Fiat, ministero Difesa, e ovviamente i politicanti del sistema partitocratico. 

Nel belpaese rimangono solo le scorie nucleari e un inquinamento radioattivo presente da nord a sud, isole incluse. Una scomoda eredità che paghiamo in termini incalcolabili di perdita di salute, soprattutto di vite umane, danni genetici, e in denaro contante nella bolletta elettrica. Le prove di questa tragica situazione sono contenute negli studi e nelle ricerche nazionali e internazionali. Basta consultarle per rendersi conto della tragedia in atto, innescata in passato per menomare il futuro delle generazioni italiane.

Chi credete che abbia affondato deliberatamente le scorie nucleari in mari e oceani? Il database dell'International Atomic Energy Agency parla chiaro. Anche l'Italia a partire dal 1967. Chi paga per questa follia di Stati e multinazionali? Tutti noi, e quelli che verranno quando non ci saremo più.



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