1.4.14

MASSAFRA: VELENI OVUNQUE. E MARCEGAGLIA PRETENDE DALLA REGIONE PUGLIA UN ALTRO INCENERITORE IN ZONA



di Gianni Lannes




I territori che ricadono nei comuni di Taranto, Statte, Crispiano, Massafra e Montemesola sono stati dichiarati "area ad elevato rischio di crisi ambientale" con delibera del Consiglio dei ministri esattamente il 30 novembre 1990, a causa della situazione di grave alterazione degli equilibri ambientali.

I dati statistici sono da tempo agghiaccianti: tre morti al giorno per tumore, a causa dell’inquinamento.

Emma & Nichi


 
i Marcegaglia: Steno, Emma, Antonio

Emma Marcegaglia e i caporioni dei tre sindacati tricolore

Proprio a Massafra, la società Appia Energy, ovvero i Marcegaglia nativi della Lombardia, hanno impiantato in modo rocambolesco, e da tempo, un inceneritore di rifiuti, ad uno sputo dalla città, in una zona circondata dagli agrumeti. E proprio per questa ragione con gli stessi protagonisti in negativo c'è già stata - il 23 novembre 2006 - una sentenza di condanna della Corte di Giustizia europea.

Ma come se niente fosse, in barba alle normative di protezione ambientale e sanitaria, più recentemente la società Appia Energy, ha richiesto la Compatibilità ambientale e Autorizzazione integrata ambientale per il progetto di realizzazione della seconda linea della Centrale termoelettrica di Massafra alimentata a CDR e Biomasse, presso la provincia di Taranto (9° Settore Ecologia ed Ambiente - Aree Protette - Terra Parco delle Gravine - Protezione Civile).

Non si tratta del potenziamento di un impianto già esistente, ma della realizzazione di un altro inceneritore di rifiuti adiacente al primo. Invece, per chiudere la partita con questi spacciatori di morte va arrestato definitivamente quello esistente, e vanno processati per strage, puntando sulla strategia vincente "rifiuti zero".

Secondo la “DIRETTIVA 2008/98/CE europea del 19 novembre 2008 relativa ai rifiuti e che abroga alcune direttive”, riporta all’ Articolo 4 (quattro) comma 1 (uno):
“la Gerarchia dei rifiuti” e specifica al comma 1 che “ La seguente gerarchia dei rifiuti si applica quale ordine di priorità della normativa e della politica in materia di prevenzione e gestione dei rifiuti: a) prevenzione; b) preparazione per il riutilizzo; c) riciclaggio; d) recupero di altro tipo, per esempio il recupero di energia; e) smaltimento”. Il suddetto impianto rientra nella categoria “e) smaltimento” ed è quindi all’ultimo gradino della gerarchia. Qualunque tentativo di camuffare l’impianto per “d) recupero di altro tipo, per esempio il recupero di energia” risulta inappropriato e menzognero perché nell’“ALLEGATO II” della stessa direttiva: “OPERAZIONI DI RECUPERO” si specifica come deve essere il “recupero di altro tipo, per esempio il recupero di energia”. Infatti: “R 1 Utilizzazione principalmente come combustibile o come altro mezzo per produrre energia.

Dopo il latte materno e il formaggio, recentemente l’Arpa ha riscontrato diossine nel latte dei bovini che pascolano a Massafra, a 20 chilometri da Taranto. Le analisi hanno rilevato un tasso di agente inquinante doppio rispetto ai limiti consentiti. Dopo gli esami svolti dall’istituto zooprofilattico di Teramo, infatti, i valori riscontrati nei campioni sono di 11,72 picogrammi per grammo di grasso rispetto al limite di legge consentito di 5,5. Se provate ad analizzare arance e mandarini ne vedrete delle "belle", purtroppo. Sul conto di Marcegaglia & soci, va inserita una congrua richiesta di risarcimento danni, non solo alle persone ammalate e ai familiari di quelle decedute a causa dell'inquinamento indotto dall'inceneritore, ma altresì all'economia pastorale e all'agricoltura.


  

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