19.6.13

RIFIUTI & INCENERITORI: MARCEGAGLIA, DE MASI, DE SANTIS, TARANTINI, FRISULLO, VENDOLA & D'ALEMA



Carmiano (Lecce) - impianti fotovoltaici - foto Gianni Lannes (tuttti i diritti riservati)

di Gianni Lannes

L'estremo lembo d'Italia, la Puglia una terra protesa nel Mar Mediterraneo, verso l'Oriente. Ancora un paradiso di macchia mediterranea, roccia, pinete e sabbie dorate, tuttavia sempre più invaso dal cemento "legalizzato" (si fa per dire!), degradato dai rifiuti ed inquinato dai cancrovalorizzatori con licenza di uccidere impunemente (alla voce Marcegaglia).

Una cosa è certa: le rinnovabili a queste latitudini non hanno nulla di ecologico. Prendiamo ad esempio il Salento (sole, mare e cemento): a Lecce (Heliantos 1) e  Casarano (Heliantos 2), una serie di battaglie vittoriose ingaggiate da numerosi comitati popolari, contro i progetti di ben due "centrali a biomassa" della società Italgest, per la produzione di energia, alimentata da oli vegetali provenienti dai Paesi del Terzo mondo, hanno aperto uno squarcio sull'entità degli interessi in gioco. 


 
De Masi Paride Antonio

 
Vendola Nicola


A ben vedere, quanto è piccolo il mondo. Un gioco di scatole cinesi: infatti la Italgest energia Spa, è riconducibile a Paride De Masi, presidente nazionale di Confindustria-Energia; a suo fratello Ivan, già sindaco di Casarano e all'imprenditore Roberto De Santis






Un nome, una garanzia. Ma per chi? Antonio Paride De Masi il 29 giugno 2004 era presidente del consiglio di amministrazione della società E.T.A. (Energie Tecnologie Ambiente), di proprietà dei Marcegaglia (una società a responsabilità limitata trasformata in Spa, proprio 9 anni fa, mediante rogito del notaio Aldo Graffeo con studio a Gallarate). 

Lo stesso Paride De Masi nel 2009 diventa addirittura presidente del distretto regionale delle energie rinnovabili: una nomina che inquieta e non poco. 


Salento - foto Gianni Lannes (tutti i diritti riservati)




Il lancio dell'agenzia giornalistica AGI dell' 11 luglio 2009 non lascia dubbi: "Rinnovabili: De Masi presidente nei distretto Regione Puglia. (AGI) – Bari, 11 lug.- E’ Paride De Masi il presidente del neo costituito Distretto regionale dell’energia rinnovabile che ha gia’ ottenuto il primo riconoscimento da parte della Regione Puglia e che accorpa aziende del settore di tutte le organizzazioni datoriali e rappresentanti del sistema universitario e delle organizzazioni sindacali. De Masi e’ Presidente ed Amministratore Delegato Italgest, azienda leader nella produzione di energie rinnovabili, nonche’ Presidente del Comitato Energia di Confindustria Puglia e Coordinatore nazionale per l’Energia da Fonti Rinnovabili di Confindustria Nazionale. “Esprimo a nome della Confapi Bari la nostra piu’ grande soddisfazione per questa importante iniziativa – dichiara il Presidente dell’Associazione, Erasmo Antro. “Ci attende ora – sottolinea Antro – un importante lavoro per far partire le attivita’ del Distretto e soprattutto per selezionare i progetti piu’ significativi proposti dal Sistema delle Imprese”. “Le fonti rinnovabili – dichiara De Masi – rappresentano uno dei principali fattori di competitivita’ della Puglia. Il Distretto nasce proprio per creare un polo industriale di riferimento qualificato per l’utilizzo di tali fonti e per rispondere alle esigenze di innovazione del mercato dell’energia. Le competenze che opereranno all’interno del Distretto potranno attivare quei processi innovativi utili allo sviluppo sostenibile del territorio pugliese contribuendo a migliorare la qualita’ della vita di tutti, dando un forte impulso alla crescita occupazionale".

E' stato il governtore Nichi Vendola ad orientare la scelta di De Masi Paride Antonio? In caso di eventuale e remota risposta, di grazia: suggerita da chi? 

Non è tutto. La Italgest Energia, appunto, è riconducibile a Roberto De Santis, individuo vicino a D'Alema Massimo. Fu lui a regalare al "leader Maximo" la barca a vela Icarus, ormeggiata nel porto di Gallipoli. Il suo nome compare anche nelle deposizioni di "Gianpi" Tarantini, l'imprenditore della sanità barese che avrebbe offerto donne e soldi a Sandro Frisullo, finito agli arresti domiciliari con indennità dorata della Regione, ex vicepresidente della prima Giunta Vendola. Fu proprio De Santis, riferisce Tarantini, a presentargli il numero due della Regione Puglia.  

Nell'affare della centrale da 25 megawatt "Heliantos2", che la Italgest energia intendeva costruire a Casarano, Roberto De Santis era entrato acquistando quote come persona fisica, pari al 41 per cento, da una finanziaria con sede in Svizzera, la F.T.C. Trustmark Corporation S.A. 

Brindisi - foto Gianni Lannes (tutti i diritti riservati)


Dopo la sconfitta di Casarano - un'inezia a confronto degli affaroni energetici venturi - De Santis seguita a coltivare i suoi interessi anche nel settore dell'energia, in particolare gas e gasdotti. Infatti sembra al centro di un affare prelibato del futuro prossimo: è consigliere di amministrazione della Avelar Energy Questa holding ha come maggiore azionista la società russa Renova. Avelar sta stringendo accordi con società italiane in vista della costruzione di alcuni gasdotti - osteggiati dalla superpotenza nordamericana che intende far prevalere il suo progetto di gasdotto - che transiteranno rovinosamente per il basso Adriatico (nel Canale d'Otranto già interessato dal progetto per un impianto eolico off shore sulle rotte dell'avifauna, autorizzato dal comune di Tricase) rifornendo tutta l'Europa.

Questi impianti che faranno dell'Italia l'hub energetico del vecchio continente - pianificazioni non ostacolate da Vendola - distruggeranno mezza Puglia; per giunta devasteranno i fondali marini di "aree protette" sulla carta.

Il business del domani, ormai prossimo, passa per questa terra - una delle 5 regioni italiane a rischio desertificazione - già dilaniata da impianti industriali a base di turbine eoliche e fotovoltaico speculativo, che calpestano la storia delle origini, l'identità geografica, la vocazione agricola.

Perché nel Salento si muore di tumore più che nel resto della Puglia? L'inquinamento atmosferico dell'Ilva, della centrale a carbone di Cerano e di Enipower nel brindisino, viene sospinto dal vento di tramontana verso sud, dove si registrano i picchi delle morti per cancro.  


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