6.4.12

ACQUA AVVELENATA IN PUGLIA
E BASILICATA. GRAZIE ALL’ENI


di Gianni Lannes

Il Pertusillo: un lago di veleni dove i pesci annegano stroncati dagli idrocarburi. Ormai è ufficiale, anzi, innegabile. Anche se l’Eni, il maggior inquinatore con licenza di assassinare il Belpaese, fa orecchie da mercante, alla stregua della Total. Presenza di bario (una sostanza utilizzata dalle industrie petrolifere) e altre sostanze tossiche, in concentrazioni superiori ai limiti di legge. Questa acqua viene utilizzata per il 65 per cento dalla regione Puglia (prevalentemente ad uso potabile) e per la restante parte dalla Basilicata (prevalentemente ad uso irriguo). Una dirigente dell’Istituto superiore della sanità, parlando della situazione del Pertusillo, afferma: «Da noi in Istituto sono già arrivate delle pressioni sul nostro Presidente, affinché si lasciasse perdere». Come se non bastasse, la persona intervistata afferma: «il nostro Presidente è una persona assolutamente priva di senso morale». La dirigente tra l’altro attesta che il Pertusillo è indubitabilmente un lago «eutrofizzato», laddove per eutrofizzazione si intende: «un arricchimento delle acque dei sali nutritivi che provoca cambiamenti tipici quali l'incremento della produzione di alghe e piante acquatiche, l’impoverimento delle risorse ittiche, la generale degradazione della qualità dell’acqua ed altri effetti che ne riducono e precludono l’uso».

Interrogativi elusi - Una mezza dozzina di interrogazioni parlamentari (4-13109, 4-12298, 4-11912, 4-07738, 5-03139, 5-02477, 5-02332, 5-03182), come più volte segnalato da numerosi deputati, attendono risposta da anni. «Esiste un grave problema di inquinamento delle acque del Pertusillo e della qualità dei relativi controlli» denuncia l’onorevole Elisabetta Zamparutti. Gli ultimi quesiti al Governo (interrogazione numero 4/15610 del 4 aprile), argomentano così: «in base al recente memorandum tra lo Stato e la regione Basilicata è previsto un raddoppio dell’attività estrattiva lucana che inevitabilmente aumenterà i danni ambientali ad un’area già gravemente segnata dall’estrazione di idrocarburi; quali azioni si intendano promuovere in merito alle gravi affermazioni riportate in premessa anche in considerazione del diretto coinvolgimento dell’Istituto superiore di sanità nel progetto «Valutazione dello stato ecologico del lago Pertusillo»; quali informazioni siano in possesso dell’Istituto superiore di sanità in merito alla situazione attuale delle acque del lago del Pertusillo, se e come si intenda assicurarne massima divulgazione; se non ritenga il Governo, allo stato dei fatti, di disporre una moratoria dell'attività estrattiva in Basilicata».

Infrazione europea - La Commissione europea, su raccomandazione del commissario per l’Ambiente, Janez Potocnik ha inviato parere motivato all’Italia perché la normativa nazionale risulta non aver recepito correttamente la disciplina sulla protezione delle acque.
Alla scadenza del termine di recepimento della direttiva (dicembre 2003), l’Italia non aveva adottato le leggi per conformarsi ai requisiti della stessa, e nonostante poi abbia recepito la direttiva, ad un controllo di conformità effettuato dalla Commissione nel 2009, è risultato che vi erano diverse lacune e problemi di non conformità. Ciò ha indotto la stessa Commissione a inviare all’Italia prima una lettera di costituzione in mora (maggio 2010) ed ora un parere motivato.
L’Italia, infatti, secondo la Commissione non ha recepito correttamente una serie di articoli della direttiva quadro sulle acque, tra cui quelli relativi alla necessità di adottare una serie di misure per conseguire un «buono stato» dei bacini idrografici entro i termini previsti e conformarsi all'obbligo di mantenere un registro aggiornato delle aree protette.
La Commissione nutre perplessità sul recepimento da parte dell’Italia della parte relativa alla caratterizzazione delle acque superficiali e sotterranee e al monitoraggio del loro stato. In particolare per la Commissione non sono stati correttamente recepiti i requisiti relativi al monitoraggio dello scarico di quantitativi supplementari di acqua nei corpi idrici sotterranei e all’elaborazione di mappe con le caratteristiche per indicare i livelli chimici e i quantitativi di acqua di ciascun corpo idrico sotterraneo.
E’ prossimo il deferimento dell’Italia alla Corte europea per la mancata attuazione della direttiva che impone agli Stati membri di creare e mantenere «piani di gestione dei bacini idrografici» identificati sulla base delle unità geografiche e idrologiche.  
Calma, è tutto a posto: il governatore Nichi Vendola - autocandidato premier al posto di Berlusconi e Monti - invece di correre ai ripari e tutelare la salute di 4 milioni e mezzo di conterranei, ha recentemente autorizzato nuove perforazioni di idrocarburi in Puglia. Il nulla osta della giunta regionale da lui presieduta, s’intende con metodi “ecologici”.




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